Estendere l’esenzione dall’IMU per gli immobili inagibili fino a quando la ricostruzione non sarà completata, innalzare le soglie di reddito per le micro imprese, comprendere nelle agevolazioni anche l’esonero al versamento dei contributi per i dipendenti. Sono queste le richieste di Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, contenute in una interrogazione riguardo alle Zone Franche Urbane. Due giorni fa, infatti, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore il tanto atteso decreto che sancisce per l’Emilia-Romagna l’individuazione di aree infra-comunali soggetta a particolari agevolazioni a causa del terremoto del 2012 e l’alluvione che colpì la provincia di Modena nel gennaio del 2014.
Agevolazioni che però, secondo la denuncia della consigliera del M5S, sarebbero insufficienti soprattutto per quel che riguarda la platea degli aventi diritto, la loro durata e le soglie di reddito individuate per le imprese. “Finalmente dopo tanta attesa e grazie all’impegno del M5S in Parlamento il decreto che istituisce le Zone Franche per l’Emilia è stato pubblicato – spiega Silvia Piccinini – Purtroppo però la soddisfazione per aver raggiunto questo traguardo è stata subito smorzata dall’evidenza di alcuni problemi che di fatto potrebbero in parte pregiudicare l’applicazione delle agevolazioni. Per quel che riguarda le soglie di reddito per le microimprese, infatti, riteniamo che il tetto di 80mila euro lordi sia assolutamente troppo basso. Come pensiamo sia assolutamente inadeguata la norma che prevede l’esenzione dal pagamento dell’IMU sugli immobili inagibili solo fino al 31 dicembre del 2016 quando invece per il terremoto in Abruzzo questa agevolazione è stata disposta fino alla fine all’avvenuta ricostruzione”.
Per questo l’esponente del M5S ha presentato una interrogazione alla Giunta per chiedere che nella legge di conversione del decreto sulle Zone Franche Urbane questi errori vengano corretti. “Oltre a IMU e soglie di reddito la Regione deve chiedere al Governo di intervenire anche sulla platea dei beneficiari, chiedendo che la zona riconosciuta comprenda anche quei Comuni che fino a questo momento sono stati tagliati fuori in modo incomprensibile, come quello di Carpi e alcuni centri limitrofi alla zona del cratere, visto che la stessa Regione subito dopo il terremoto del 2012 aveva ammesso che erano in tutto 54 i Comuni che avevano subito danni – sottolinea Piccinini – Inoltre bisognerebbe comprendere nei benefici fiscali per le imprese anche quello dell’esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente così come era stato previsto dalle legge del 2006 che ha introdotto le Zone Franche ma che per quelle emiliane non è stato inspiegabilmente riconosciuto”.