Vaccini, Sensoli (M5S): “Nuova legge fa acqua da tutte le parti. Serve ricorso alla Corte Costituzionale”

“La legge che impone l’obbligatorietà dei vaccini per frequentare la scuola fa acqua da tutte le parti. Per questo crediamo che sia necessario che la Regione sollevi il dubbio di costituzionalità davanti alla Corte Costituzionale”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta in una risoluzione che verrà discussa nelle prossime sedute dell’Assemblea Legislativa e che chiede alla Giunta di promuovere la questione di legittimità costituzionale sulla legge di conversione del decreto legge n.73 del 2017 riguardo alle “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale”.

“Come abbiamo avuto modo di sottolineare in più di un’occasione, nonostante i tentativi di ribaltare la realtà da parte del PD, nessuno di noi ha mai messo in dubbio l’utilità dei vaccini e l’importanza di una corretta profilassi – spiega Raffaella Sensoli – Riteniamo però che l’iter che ha portato, prima all’approvazione di questo decreto e poi alla legge, sia stato caratterizzato da un approccio tutt’altro che scientifico, abbassando il diritto alla salute dei bambini e quello alla loro istruzione alla stregua di un puro calcolo elettorale”.

Diversi i punti critici individuati nella risoluzione presentata dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle: in primo luogo il conflitto di competenze tra Parlamento e Regioni con il Governo, l’assenza di una reale “urgenza” per la conversione del decreto in legge, il pericolo che l’individuazione di ben 10 vaccinazioni obbligatorie possa ledere il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, ed infine la parità di accesso ai servizi educativi. “Quello che sta succedendo in Emilia-Romagna, come nel resto d’Italia in questi giorni, è la conferma che questa legge sta generando solo caos informativo e timori nelle famiglie – conclude Raffaella Sensoli – Come abbiamo sempre sostenuto, anche quando la Regione decise di intraprendere la strada dell’obbligo vaccinale per i nidi d’infanzia, la strada da seguire doveva essere quella di una corretta informazione e che quella della coercizione non era di certo il metodo più giusto da attuare in una situazione sicuramente al limite ma non tale da giustificare un provvedimento così stringente. Anche perché, come dimostrano i dati forniti nei giorni scorsi proprio dalla Giunta, in Emilia-Romagna le vaccinazioni contro difterite, tetano, polio ed epatite B sono aumentate di oltre un punto percentuale, mentre quelle anti morbillo di ben tre punti”.