Stop alle trivelle in Adriatico, in particolare quelle che minacciano la costa di Ravenna. È quanto chiede il M5S che con una risoluzione impegna la Giunta ad opporsi alle concessioni che riguardano la ricerca di idrocarburi nella nostra regione, in particolare quelle che rientrano all’interno del limite di 12 miglia dalla costa che per legge dovrebbero essere vietate.
La richiesta prende spunto dal ricorso che alcune associazioni ambientaliste hanno presentato al Tar del Lazio contro il Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dell’Agricoltura, e nei confronti della società PO Valley Operations PTY LTD, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna e ISPRA, in merito alla concessione di un titolo per la ricerca in mare di petrolio e gas davanti alle coste della provincia di Ravenna. Concessione che raddoppierebbe quella attuale e che, quindi, non rispetterebbe il limite delle 12 miglia come distanza minima dalla costa dove, secondo quanto previsto dalla legge, sono vietati ricerca e sfruttamento di idrocarburi.
“L’operazione che Po Valley sta cercando di portare a termine a Ravenna è molto grave – spiega Andrea Bertani, consigliere regionale del M5S – perché rappresenterebbe un pericoloso precedente nel dare il via libera alle trivelle ovunque, a due passi dalle coste e dalle spiagge, aree protette e a ridosso di luoghi ad alto valore artistico e turistico. Un vero scempio che non possiamo accettare”.
Nella risoluzione proposta dal gruppo regionale del M5S si ricorda come nel tratto interessato da questa concessione siano presenti diversi punti critici, soprattutto nel tratto che va tra Lido Adriano e la foce del torrente Bevano.
“La cura per fermare subsidenza ed erosione della costa non è certamente quella di autorizzare le trivelle a due passi dalle nostre spiagge – aggiunge la consigliera Raffaella Sensoli – Per questo chiediamo che la Regione si opponga in tutte le sedi a questo progetto e che concessioni entro le 12 miglia non siano prese nemmeno in considerazione, a prescindere dalle deroghe che possono arrivare o meno dal Ministero. Sulla vicenda di Ravenna sarà il Tar a pronunciarsi ma crediamo che avere una linea politica chiara da parte della Giunta sia il minimo che possiamo fare per tutelare al massimo il patrimonio storico, turistico ed ambientale delle nostre coste”.