“Se non si fa subito un nuovo bando di gara il rischio concreto che corriamo è quello di affidare il futuro del nostro sistema di trasporti in mano a un unico soggetto per i prossimi 23 anni, in pratica un’eternità. E alle condizioni dettate da Trenitalia e Tper sarebbe un errore madornale”. Il M5S torna a chiedere l’azzeramento della gara per la concessione del servizio di trasporto pubblico passeggeri per ferrovia della Regione Emilia-Romagna e la predisposizione di un nuovo bando. Lo ha fatto oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede dell’Assemblea legislativa a Bologna e alla quale hanno partecipato Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione, Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio nazionale liberalizzazioni trasporti ed infrastrutture e Marco Ponti, professore ordinario di Economia applicata al Politecnico di Milano.
“Il bando attuale è stato un completo fallimento, sotto ogni aspetto, visto che alla fine è stata fatta una sola offerta per di più inaccettabile visto che prevedeva un rialzo della base d’asta – ha spiegato Giulia Gibertoni –. Come inaccettabile è che l’assessore Donini dica che per portare in porto la gara si debba andare a trattativa privata con Trenitalia e Tper. L’unica strada da percorrere è quella di un nuovo bando, che abbiamo già richiesto presentando una risoluzione che verrà discussa nella prossima assemblea legislativa e che poggi su criteri ben precisi, per essere più trasparente e contendibile possibile”.
La proposta del M5S, infatti, si articola in tre punti cardine: dimezzamento del tempo di concessione del servizio (non oltre i 7/10 anni rispetto invece ai 23,5 previsti dal bando attuale che andrebbe a scadenza nel 2039), suddivisione in lotti più piccoli invece del lotto unico attuale che complicherebbe metodo di gestione e controlli sull’efficienza oltre a evitare che una sola azienda si aggiudichi tutte le singole tratte, mantenimento delle garanzie occupazionali, qualità e sicurezza del servizio.
“Crediamo che un nuovo bando basato su questi principi non solo sia possibile – aggiunge Gibertoni – ma possa portare degli enormi vantaggi come l’apertura al mercato e il superamento del monopolio nel settore dei trasporti, dando così l’opportunità ad aziende più piccole di entrare a far parte della gara, l’aumento dell’efficienza del servizio e, non ultimo, un consistente risparmio di denaro pubblico. Gli esempi in Europa di questo genere si sprecano, dalla Gran Bretagna all’Olanda. In più non è vero che l’Emilia-Romagna, come sostiene l’assessore Donini, è la prima Regione in Italia a dotarsi di un bando per i trasporti. Altre Regioni l’hanno predisposta. Piuttosto restiamo una delle poche ad aver previsto l’affidamento del trasporto pubblico passeggeri per ferrovia senza aver prima approvato il Piano regionale integrato dei trasporti. E questo, ancora una volta, dimostra che non c’è una visione di insieme”.
“L’impressione è che questo bando di gara, totalmente fallimentare, sia stato confezionato su misura per favorire un’unica grande azienda con il solo scopo di dare dei treni nuovi agli utenti – ha aggiunto Dario Balotta, presidente dell’ONLIT – Ci troviamo di fronte a un chiaro esempio di diseconomia di scala, dove non c’è confronto tra concorrenti né possibilità di controllo su quello che viene fatto. Troppo potere in mano a un solo soggetto. Questo è solo uno degli aspetti emblematici di come sia stato portato avanti il bando. L’altro, assolutamente paradossale, è stata la decisione di tenere fuori la tratta Piacenza-Cremona, senza tener conto degli effetti che potrebbe provocare visto che si tratta di una linea di collegamento di due capoluoghi di provincia”.
“La garanzia di avviare una reale competizione tra i vari soggetti è quella di puntare su lotti piccoli – ha specificato il professor Marco Ponti – Se c’è un solo soggetto a cui si dà molto poter, per di più per un tempo praticamente illimitato, il rischio è quello di renderlo intoccabile, senza un vero controllo effettivo ed efficace sul suo operato. Se poi si tratta anche di un soggetto pubblico, allora al danno si aggiunge anche la beffa, visto che gli eventuali errori saremo sempre noi a pagarli. Ecco perché la richiesta di un nuovo bando di gara è il minimo che si possa chiedere per un Paese civile”.