“Il calcolo delle tariffe sui rifiuti messo in piedi da Atersir premia chi fa meno differenziata. Questo è il risultato della politica ambientalista fallimentare di Delrio che, invece di fare gli interessi dei cittadini, si è limitato a fare il passacarte contribuendo a gonfiare la pancia delle multiutility come Iren”. Gian Luca Sassi, consigliere regionale del M5S, commenta così gli aumenti delle tariffe sui rifiuti presentati da Atersir e che per i Comuni reggiani saliranno in media del 2,4%.
“Un dato assolutamente paradossale se si tiene in considerazione che il metodo di calcolo di fatto premia chi differenzia meno, alimentando invece la raccolta tradizionale – spiega Sassi – Alla faccia delle parole del rappresentante di Atersir Mirko Tutino che in passato aveva speso molte parole sulla bontà della raccolta differenziata porta a porta e dell’idea di ‘Fabbrica dei Materiali’, che doveva incentivare il recupero di materiali e non lo smaltimento. Evidentemente ha cambiato idea visto che ora Atersir premia chi fa meno differenziata. Un segnale inequivocabile di quale sia la vera intenzione di Atersir, ovvero portare i rifiuti ad incenerimento, tra l’altro fuori provincia aumentando così i costi. Risultato che non era esattamente l’obiettivo che non tanto tempo fa, l’allora sindaco Delrio e l’assessore provinciale Tutino sbandieravano ai quattro venti autoproclamandosi ambientalisti doc per aver spento l’inceneritore di Reggio (battaglia iniziata per prima dai meet up Amici di Beppe Grillo, M5S e Comitati Salute e Ambiente). Ma evidentemente il piano era già pronto, allora l’inceneritore di Parma era in costruzione (con il beneplacito del PD e Forza Italia-An) ed hanno fatto progetti a lungo termine prevedendo già di usufruirne, altro che recupero senza combustione dei materiali”.
“Quando il Comune di Parma a guida 5 stelle presentò a fine 2012 un bando per la realizzazione della “Fabbrica dei Materiali”, arrivarono offerte di realizzazione e smaltimento senza combustione e senza discarica pari 60 euro tonnellata. Iren si mise di traverso e bloccò tutto con la politica degli esponenti del Pd. Questi sono i risultati che tutti hanno sotto gli occhi. Potete chiedere ai massimi esperti italiani come Enzo Favoino della Scuola Agraria del Parco di Monza che seguì la vicenda” aggiunge Sassi.
Per il consigliere anche la Regione non è immune da colpe: “Il presidente Bonaccini, che nel suo programma a parole vuole puntare al recupero dei materiali (canzone già cantata in passato da Tutino) – aggiunge – finanzia questa scandalosa operazione di adeguamento delle tariffe con 1,8 milioni di euro dei fondi regionali per il 2015 per rendere meno amaro il boccone ai cittadini. Ma dall’anno prossimo, quando le tariffe saliranno ancora di più alle stelle, il loro fallimento come amministratori pubblici sarà sotto gli occhi di tutti. Per anni abbiamo spiegato ad amministratori e cittadini che le alternative per una gestione oculata dei rifiuti esistono, sono a costi molto più contenuti e permettono di ridurre le tariffe – conclude Sassi – Evidentemente abbiamo a che fare con amministratori che non vogliano fare gli interessi dei cittadini ma solo quelli delle multiutility”.