Niente più porte girevoli tra il mondo cooperativo e quello delle istituzioni, maggiori tutele finanziarie per i soci-lavoratori, un miglioramento reale delle retribuzioni. Sono queste alcune delle novità introdotte dal progetto di legge sul mondo della cooperazione presentato dal MoVimento 5 Stelle in Regione.
Sette articoli che vanno a modificare alcuni aspetti della legge numero 6 del 6 giugno del 2006 (quella sulle “Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione mutualistica in Emilia-Romagna”) e che hanno come obiettivo quello di ridare forza e credibilità a un sistema che sembra ormai da tempo aver rinnegato i principi della mutualità, di solidarietà e promozione dei diritti e del lavoro, per uniformarsi in tutto e per tutto alle logiche del business e dello sfruttamento dei lavoratori, con intrecci sempre più evidenti e pericolosi con il mondo della politica e delle istituzioni.
“Il nostro progetto di legge è in primo luogo un atto di profondo rispetto nei confronti dei lavoratori della cooperazione e di attenzione al loro motore, ovvero i soci, i lavoratori e i prestatori – spiega Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle e prima firmataria del progetto di legge – Al centro delle modifiche che introduciamo ci sono soprattutto loro, non le associazioni. Sono loro, a nostro avviso, i soggetti che possono realmente garantire il libero esercizio dei valori di solidarietà, mutualità e impegno che stanno alla base della cooperazione così come individuati dalla nostra Costituzione”.
Ecco dunque che tra le novità introdotte dal progetto di legge presentato dal MoVimento 5 Stelle ci sono innanzitutto norme che chiedono impegni di responsabilità sociale del movimento e delle imprese cooperative per assicurare miglioramenti effettivi per le retribuzioni delle attività lavorative, nonché alla presenza di strumenti di reale partecipazione del socio-lavoratore alla gestione aziendale e di compartecipazione agli eventuali utili. Allo stesso modo si prevede che la Regione sostenga la tutela del prestito sociale e assicuri delle efficaci forme di indirizzo e di controllo da parte dei soci prestatori e lavoratori. Questi ultimi poi, nella proposta messa a punto dal MoVimento 5 Stelle, entrerebbero anche a far parte della Consulta per la cooperazione in modo da esercitare un ruolo di controllo maggiore.
“Quello che vogliamo assolutamente evitare è che la fine ingloriosa di alcune cooperative abbia delle conseguenze drammatiche solo per le famiglie dei lavoratori e dei soci prestatori che avevano creduto a un preciso modello di sviluppo, poi profondamente tradito – aggiunge Raffaella Sensoli – così come è stato in questi anni da Reggio Emilia e Modena, passando per Bologna, Ravenna e Ferrara”.
Ecco perché il progetto di legge inserisce la possibilità per la Regione di intervenire con forme di contributo e sostegno, anche legale, alle iniziative promosse da soci lavoratori ed ex lavoratori di imprese cooperative a tutela del prestito sociale e del risparmio sociale, nel caso di eventuali fallimenti di imprese cooperative.
Un altro aspetto molto importante sul quale si vuole intervenire è quello del cosiddetto sistema delle cosiddette “porte girevoli“: uno specifico articolo del progetto di legge inserisce il divieto di candidature nel settore pubblico in organi elettivi (o l’indicazione come membri di giunte e organi esecutivi) di persone che abbiano rivestito negli ultimi tre anni incarichi di vertice, anche tecnico, nelle associazioni imprenditoriali cooperative.
“È da tempo che chiediamo che questa semplice norma venga attuata. Adesso che parte del Partito Democratico si è improvvisamente accorto che esiste questo problema, è naturale aspettarsi il loro incondizionato appoggio anche in Assemblea Legislativa – conclude Raffaella Sensoli – È ora di ridare al movimento cooperativo quella dignità che i suoi vertici, con la complicità di certa politica, hanno pian piano cancellato barattandola con poltrone e giochi di potere. Soci e lavoratori devono tornare ad essere al centro della cooperazione”.
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