“La Regione inserisca nel piano sulla parità di genere l’eliminazione della disparità retributiva tra donne e uomini. Se non si interviene al più presto ci troveremo davanti a un sistema economico che discriminerà fortemente le donne soprattutto per quel che riguarda il sistema pensionistico”. È quanto chiede alla Giunta Giulia Gibertoni attraverso una risoluzione che sarà discussa nelle prossime sedute dell’Assemblea Legislativa. “Come tutti i dati confermano le donne subiscono ancora una forte discriminazione a livello salariale in tutta Europa, guadagnano di meno rispetto agli uomini, hanno ruoli e responsabilità peggiori e spesso godono di contratti precari – spiega Giulia Gibertoni – Per quanto riguarda l’Italia il gap si attesta al 7,3%, piazzando il nostro paese al 22esimo posto tra i peggiori per differenza di retribuzione uomo-donna tra i paesi dell’Unione europea, con un peggioramento dal 2008 questa percentuale toccava quota 4,9%. In Emilia-Romagna, nonostante vi sia una buona produzione legislativa, che tende a tutelare e proteggere il lavoro delle donne, non sembrano esserci ricadute positive significative sul versante delle differenze salariali, visto che la forbice salariale tra gli stipendi delle donne e quelli degli uomini oscilla anche oltre il 20%”.
Per questo Giulia Gibertoni nella sua risoluzione chiede alla Giunta un impegno concreto anche per cercare di contenere gli effetti negativi che si potrebbero generare con l’introduzione della riforma delle pensioni. “Lo squilibrio salariale farà sentire i suoi effetti anche sul sistema previdenziale – aggiunge Giulia Gibertoni – La riforma delle pensioni ha mutato dal 2012 il sistema di calcolo dell’assegno pensionistico, con l’entrata in vigore del sistema contributivo pro rata per tutti si andrà in pensione solo al raggiungimento di una soglia minima (età pensionabile pari a 66 anni per tutti dal 2018) e si riceverà un ammontare calcolato sulla base dei contributi versati. È evidente che il rischio per molte donne sarà quello di trovarsi ad affrontare una condizione fortemente discriminatoria rispetto a quello che succede per gli uomini”. Ecco perché nella sua risoluzione Giulia Gibertoni chiede alla Giunta di attivarsi affinché si riconosca l’esistenza di molteplici cause che esasperano il divario retributivo tra donne e uomini, di “inserire nel “Piano interno integrato delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere” come prioritario l’obiettivo della parità e di intervenire subito nelle sedi di confronto Stato-Regioni introducendo dei correttivi affinché lo squilibrio salariale in essere, tra uomini e donne, non si ripercuota a distanza sul sistema previdenziale”.