“Con l’approvazione in Commissione dell’emendamento che permetterà alla Giunta di pagare come dirigenti anche chi non è in possesso della laurea se verrà chiamato a fare parte delle segreterie di Assessori e Presidente, Bonaccini tratta la Regione come se fosse un’azienda privata. E poco importa se queste persone, come sostiene la Giunta, non avranno ruoli amministrativi o gestionali (che peraltro non ci sono nelle posizioni individuati dal progetto della Giunta). Questo provvedimento è una vergogna e un’autentica beffa per tutti i dipendenti regionali visto che, in una pubblica amministrazione, ci saranno delle persone scelte dalla Giunta che potranno guadagnare non meno di 90mila euro all’anno pur non avendo un titolo di studio adeguato nemmeno per diventare funzionari”.
Il M5S non molla sul caso dei dirigenti senza laurea in Regione: questa mattina il PD ha approvato l’emendamento della Giunta che dà la possibilità di inquadrare a livello economico come dirigenti anche chi non è in possesso di una laurea.
“L’assessore Petitti, che nei giorni scorsi si era affrettata a smentire il colpo di mano sugli stipendi, oggi in Commissione non ha risposto alle nostre domande, confermando ciò che avevamo denunciato nei gironi scorsi – spiega Andrea Bertani – Di fatto la Giunta potrà nominare personale nelle proprie strutture e pagarlo fior di quattrini anche in totale mancanza di un titolo di studio adeguato: nella migliore delle ipotesi la laurea se non addirittura il diploma. L’aspetto più paradossale poi di questa vicenda è che per legittimare questa vergogna si tira in ballo il decreto legislativo 267 del 2000, modificato dalla Madia nel 2014, che però riguarda gli Enti locali e quindi non le Regioni. Non a caso quella modifica fu apostrofata ‘salva-Renzi’ visti i problemi che l’attuale Presidente del consiglio ebbe quando fu a capo della Provincia di Firenze. La verità è – conclude Andrea Bertani – che Bonaccini vuole trattare la Regione come la sua azienda privata, in perfetto stile berlusconian-renziano,