“Al momento l’unica cosa certa sul futuro dei lavoratori dei Servizi Tecnici di Bacino è che non c’è nessuna certezza. La Regione, con la soluzione di non individuare regole certe per il passaggio ad Arpae e nuova Protezione civile, non ha fatto altro che moltiplicare il caos esistente. Senza contare che, oltre al futuro lavorativo di queste persone, restano in bilico i milioni di euro delle riscossioni delle concessioni idriche che non si sa bene che fine faranno”. È questa la denuncia di Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, che ha presentato una interrogazione sul futuro del personale dei Servizio Tecnico di Bacino, che con l’attuazione della legge di riordino istituzionale varata dalla Regione tra maggio e giugno dovranno essere riassegnati a nuove strutture, in particolare in Arpae e verso l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile.
“La Regione sta gestendo questa complicata matassa nel modo peggiore possibile – spiega Silvia Piccinini – Si è cercato di dialogare con i rappresentanti dei lavoratori, ma alla fine la Giunta ha scelto di andare avanti su una bozza di accordo che di fatto rischia di non essere più modificata e che lascia aperte le questioni più penalizzanti per il personale STB. In particolare chi andrà in Arpae lo farà a condizioni peggiorative dal punto di vista contrattuale e soprattutto senza nessuna certezza sul possibile rientro nell’organico regionale a conclusione dei 3 anni individuati come periodo transitorio”.
La bozza di convenzione, infatti, prevede l’individuazione di un percorso di distacco verso l’ARPAE dei lavoratori STB riconducendo il passaggio in via esclusiva teoricamente a scelte volontarie del personale, prevedendo incontri con gli ex Servizi tecnici di bacino finalizzati alla puntuale descrizione delle funzioni e dell’organizzazione delle due Agenzie nonché la prosecuzione del confronto sindacale per concordare i contenuti definitivi della convenzione fra Regione ed ARPAE e precisarne gli istituti di garanzia, fra i quali, per esempio, la clausola di salvaguardia per un possibile rientro in Regione.
““In questo schema manca totalmente una visione organizzativa e una seria programmazione – aggiunge Silvia Piccinini – Come fanno i dipendenti a scegliere Arpae se non sanno com’è l’alternativa in Agenzia di protezione civile? Forse sarebbe stato meglio se le posizioni fossero dichiarate fin da ora come fabbisogno e quindi fornita una opzione chiara al dipendente al fine di candidarsi per quella struttura piuttosto che un’altra. Come al solito questa Giunta quando ci sono da piazzare dei dirigenti si fa in quattro, quando invece c’è da fornire garanzie ai ‘semplici’ lavoratori fa spallucce e tira dritto per la sua strada”.
Dubbi anche sul destino dei canoni di riscossione delle concessioni idriche. “A quanto ci risulta attualmente possono essere incassati solo dalla Regione, così che occorre precisare cosa accadrà con il passaggio delle funzioni ad Arpae – conclude Silvia Piccinini – Per non parlare di quelli arretrati a cui la Regione ha rinunciato per anni e a cui, se si andrà avanti così, saremo costretti a dire addio per sempre”.