“L’impegno che il Governo sta portando avanti nell’individuazione di un salario minimo dovrebbe spingere anche le imprese del mondo cooperativo ad equiparare gli stipendi di chi è impegnato nei servizi sanitari e scolastici a quelli previsti dal pubblico”. È quanto chiede Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, all’interno di una risoluzione presentata alla giunta.
“Oggi le procedure regionali per l’accreditamento dei servizi privati educativi o assistenziali non prevedono requisiti o criteri di valutazione tali da evitare che chi opera in regime di convenzione o accreditamento non applichi trattamenti retributivi o contrattuali peggiori di quelli dipendenti direttamente da soggetti pubblici ed impegnati nelle stesse attività – spiega Raffaella Sensoli – Il governo Conte, nel pieno rispetto del ruolo delle parti sociali, sta finalmente promuovendo misure dirette a ristabilire condizioni di parità e di migliorato dei trattamenti retributivi e delle condizioni contrattuali, come nel caso della proposta di definizione di un tetto salariale minimo, come avviene nella maggior parte dei paesi europei. La proposta del M5S ha avuto l’effetto di riattivare l’attenzione delle forze politiche, al punto che lo stesso PD si è occupato del tema, dopo anni di silenzio e dopo la dichiarata intenzione di non operare perché nei servizi educativi di questa regione i lavoratori impegnati nella medesima attività avessero uniformi condizioni contrattuali e retributive. Adesso però crediamo che sia arrivato il momento di cambiare rotta”.
Ecco perché nella sua risoluzione la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle chiede alla Giunta di promuovere accordi con gli Enti Locali per condividere linee guida per lo svolgimento delle procedure selettive relative ai soggetti terzi impegnabili nella gestione di servizi educativi ed assistenziali in modo da premiare i soggetti gestori che assicurino condizioni retributive e contrattuali non inferiori a quelle di riferimento per il personale pubblico impegnato nelle stesse attività.
“Inoltre è necessario che le organizzazioni imprenditoriali, in particolare quelle delle imprese cooperative, e le organizzazioni sindacali a definire clausole contrattuali che, qualora i contratti nazionali di riferimento non lo prevedano, assicurino a livello territoriale parità di trattamento fra personale pubblico e personale dipendente dai soggetti accreditati impegnati nella gestione di servizi educativi. Solo in questo modo – conclude Raffaella Sensoli – sarà possibile eliminare una condizione ingiusta, discriminatoria e dannosa che va avanti ormai da troppo tempo”.