“La decisione di assegnare gran parte delle risorse destinate alle scuole di infanzia regionali per progetti riservati solo a quelle paritarie private è profondamente sbagliata. Il rischio è che si vada verso una eccessiva privatizzazione di un servizio che è e deve restare principalmente pubblico. Per questo la Regione deve al più presto rivedere i criteri di assegnazione di questi fondi”. È questa la richiesta di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta in una risoluzione presentata alla Giunta sulla delibera assembleare n. 65 del 2016 che ha definito gli indirizzi per gli interventi di qualificazione e miglioramento delle scuole dell’infanzia per il triennio 2016-2018.
“I destinatari di questi interventi finanziari messe a disposizione della Regione attraverso il riparto delle risorse ed avvisi della Città Metropolitana di Bologna e delle province, nel caso dei progetti di miglioramento sono esclusivamente le scuole paritarie private, mentre quelle statali e le paritarie degli Enti locali ne sono di fatto escluse – spiega Silvia Piccinini – Anche se le scuole per l’infanzia private svolgono una funzione sociale ed educativa essenziale, poiché i Comuni e lo Stato, ad oggi, non riescono ancora a garantire questo tipo di servizio a tutte le famiglie, la decisione di destinare solo a loro gran parte di queste risorse determina una condizione di oggettivo squilibrio, negando a quelle pubbliche la possibilità di usufruire di misure di miglioramento”.
“Solo per l’area bolognese si tratta di più di 1 milione di euro, il cui 60% però è destinato ai progetti riservati solo alle scuole private (che inoltre possono concorrere anche alle altre) – aggiunge Paolo Rainone, consigliere M5S in Città Metropolitana – Speriamo vivamente che la ratio che porta a destinare una maggiore quota di risorse alle scuole private non sia quella di spingere verso una maggiore privatizzazione di un settore che invece avrebbe bisogno invece di molto più pubblico in modo da mantenere un servizio sostenibile per tutte le famiglie e non solo per alcune”. Ecco perché nella sua risoluzione Silvia Piccinini chiede alla Regione di rivedere al più presto le ipotesi di assegnazioni di queste risorse e a definire “una nuova programmazione in modo tale da non creare artificiose ed ingiustificate, anche sul piano operativo, condizioni di favore nei confronti dei soggetti privati”.