“Servono tutele per garantire i diritti degli educatori scolastici dipendenti di cooperative che non verranno pagati per tutto il periodo di chiusura delle scuole”. È quanto chiede Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, dopo che questa mattina, insieme ad alcuni rappresentanti sindacali, hanno manifestato sotto la sede della Regione a Bologna.
“Ci sembra paradossale che a pagare il conto della chiusura delle scuole sia una specifica categoria di lavoratori (spesso soci o dipendenti di una cooperativa), che gestiscono servizi educativi specifici nelle nostre scuole, come l’assistenza a bambini e studenti con disabilità – spiega Silvia Piccinini – Queste persone, infatti, al momento non hanno certezze rispetto alla loro retribuzione per tutto il periodo di sospensione dell’attività scolastica, producendo quindi un danno consistente al loro reddito. Si tratta di uno dei tanti effetti dell’emergenza legata al diffondersi del Coronavirus in Emilia-Romagna ma che deve essere affrontata dalla Regione con la stessa determinazione con cui ci si sta muovendo in questi giorni. Ecco perché chiediamo che si attivi al più presto un tavolo di confronto su questo caso specifico, in modo da trovare una soluzione accettabile per tutti. Per questo chiediamo, inoltre, che la Regione assicuri soluzioni uniformi per tutti Comuni e i Distretti, anche valutando la possibilità di estendere i servizi a domicilio almeno in questo periodo. Questa situazione – conclude la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle – dimostra ancora una volta gli effetti penalizzanti di un’esternalizzazione diffusa che è stata portata avanti per troppo tempo nella gestione anche dei servizi socio-educativi, di fatto creando lavoratori di Serie A e di Serie B che non godono degli stessi diritti pur lavorando nello stesso ambito”.