“La Regione riveda al più presto l’organizzazione delle Case della Salute. Le scelte fatte fino ad oggi non produrranno nessun vantaggio per i cittadini ma solo la grande fuga da queste strutture dei medici di medicina generale, come per esempio è già accaduto in alcune realtà locali”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, che hanno presentato un’interrogazione riguardo alla situazione delle Case della Salute.
“Su questo tema, fin dai tempi della progettazione, la Regione ha preferito tirare dritto senza ascoltare le preoccupazioni del tutto legittime sia dei cittadini che dei diversi attori istituzionali – spiegano Sensoli e Sassi – Confronto sordo che di fatto non ha accolto le proposte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Entrambi, infatti, avevano sollevato diversi dubbi e perplessità anche durante l’audizione in Commissione Sanità in Regione. Il risultato è che stato creato un sistema all’interno del quale il ruolo del medico di medicina generale è inquadrato come un semplice erogatore di prescrizioni, privo di autonomia professionale, selezionatore di elenchi di assistiti da affidare per le funzioni di prevenzione, diagnosi e cura ad altre categorie professionali, con conseguente limitazione o perdita per i cittadini della libera scelta del medico curante e del rapporto di fiducia e, quindi, della continuità dell’assistenza medica”.
Per questo nella loro interrogazione i due consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle chiedono alla Regione di rivedere l’organizzazione delle Case della Salute, ascoltando maggiormente le proposte dei medici di medicina generale che al contrario dovrebbero essere il perno delle Case della Salute, e contestualmente mantenere la loro presenza capillare sul territorio.
“Oggi la stragrande maggioranza dei medici di medicina generale, circa 3000 in tutta l’Emilia-Romagna, svolgono le loro attività nei propri ambulatori e non nelle Case della Salute – concludono Sensoli e Sassi – Solo pochi hanno optato per trasferirsi dentro queste strutture e altri le hanno addirittura abbandonate. Tutto ciò deve costituire un elemento di riflessione per capire le storture del sistema e porre rimedio, senza imposizioni, ma con il dialogo e tenendo sempre in primo piano il diritto dei cittadini di avere una presenza capillare di medici di base sui territori evitando l’accentramento in luoghi distanti”.