Annullare le procedure per le progressioni economiche orizzontali (PEO) svolte dall’AUSL di Modena: è la richiesta di Giulia Gibertoni che ha presentato una interrogazione alla giunta regionale dopo le polemiche che hanno interessato il sistema messo in atto dall’AUSL per la valutazione del personale. “Si è trattato di un pasticcio colossale che ha provocato molto malcontento tra chi aveva partecipato alla valutazione per avere un riconoscimento del lavoro svolto – spiega Giulia Gibertoni – Malcontento generato soprattutto dai controversi sistemi di valutazione scelti, per altro difformi da quelli messi in atto dal Policlinico di Modena senza che generassero polemiche, e che hanno rappresentato anche una spesa non indifferente per le casse della sanità pubblica modenese”.
Nella sua interrogazione, infatti, Giulia Gibertoni spiega come l’AUSL abbia messo in atto un complicatissimo e costosissimo apparato che ha individuato 90 valutatori che, nonostante la formazione effettuata, non hanno saputo coordinarsi tra di loro applicando dei criteri per valutare le progressioni economiche differenti. “In qualche caso erano evidenti anche dei conflitti d’interesse tra valutato e valutatore, condizione che ha contribuito ulteriormente a falsare la procedura – aggiunge Giulia Gibertoni – Oltre a non prevede una commissione per i ricorsi pare che le valutazioni siano state estese all’anno 2016, annualità per la quale i dipendenti non sapevano nemmeno di dover essere valutati. Insomma un pasticcio colossale i cui effetti sono ricaduti unicamente sulle spalle dei dipendenti”. Ecco perché Giulia Gibertoni chiede alla Regione di intervenire sollecitando l’AUSL di Modena ad annullare la procedura messa in atto sulle progressioni economiche orizzontali e ad aprirne al più presto un’altra seguendo però altri criteri. “Su questa storia vogliamo vederci chiaro e per questo chiederemo anche quanto l’AUSL di Modena ha speso. Più in generale – conclude Giulia Gibertoni – crediamo che sul sistema di valutazione vada fatta una seria riflessione, magari uniformando i criteri tra direttori generali e dipendenti evitando che vi sia una valutazione estremamente positiva della dirigenza non corrispondente con quella del personale di comparto vero motore dei servizi sanitari dell’AUSL”.