“La sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma voluta dal Governo sulle trivelle selvagge purtroppo non ci mette al riparo da nuovi blitz dei trivellatori appoggiati dal PD. Per questo è necessario un ultimo passaggio cioè annullare anche il decreto ministeriale del 7 dicembre del 2016, che deriva proprio dalla parte del decreto Sblocca Italia dichiarata illegittima, e che di fatto oggi resta ancora in vigore”.
È questo l’allarme lanciato dal gruppo regionale del Movimento 5 Stelle che riguarda la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’articolo 38, commi 7 e 10, del decreto Sblocca Italia che imponeva il disciplinare tipo per le trivellazioni anche senza il parere delle Regioni interessate.
“I giudici hanno sancito che il Governo, giustamente, non può imporre la sua volontà visto che si tratta di una materia sulla quale le Regioni esercitano un potere concorrente – spiegano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle – Questo però non ci mette al riparo da nuovi possibili blitz del PD sul tema delle trivelle. L’articolo 136 della nostra Costituzione, infatti, prevede sì che la norma dichiarata incostituzionale perda la sua efficacia subito dopo la pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale, ma dispone anche che un provvedimento direttamente collegato debba essere in ogni caso rimosso altrimenti continua ad avere efficacia”.
Il riferimento è al decreto ministeriale del 7 dicembre del 2016 che di fatto legittima le compagnie petrolifere ad apportare modifiche al programma dei lavori di concessioni già ricevute o prorogate, per l’intera durata di vita utile del giacimento e con la possibilità di installare nuove ulteriori piattaforme nel mare continentale.
“Ecco perché abbiamo immediatamente presentato una risoluzione per chiedere che la Giunta faccia un ricorso straordinario al Capo dello Stato per annullare questa norma – aggiunge il gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle – Per farlo c’è tempo fino al 1° agosto, ovvero fino al 120esimo giorno dall’entrata in vigore della norma. Il presidente Bonaccini, che sembra esser stato travolto da un’improvvisa voglia di autonomia per la nostra Regione, dopo aver appoggiato il SI al referendum del suo amico Renzi, che ne prevedeva proprio l’azzeramento dei poteri e delle competenze, dia conferma delle sue parole e presenti il ricorso. Altrimenti sarebbe l’ennesimo regalo agli amici trivellatori e una beffa per i cittadini”.