“Quella della Giunta sul riordino istituzionale non è una scelta di coraggio ma di semplice incoscienza. Il testo approvato questa mattina è un’accozzaglia di norme il cui unico effetto sarà quello di sommare caos al caos, e si traduce in tutto fuorché semplificazione amministrativa e riduzione dei costi”. È una bocciatura netta quella che arriva dal M5S riguardo la nuova legge sul riordino istituzionale approvata questa mattina dall’Assemblea legislativa. Una legge che, annunciata come strumento per eliminare e superare le Province, ma che le svuota senza abolirle, creando nuovi centri di spesa e mantenendo ancora in capo a questi organi non più democratici, competenze e funzioni.
“La Giunta prima ha tenuto chiuso in un cassetto per mesi questa legge, poi ha fatto di tutto per portarla in aula prima della pausa estiva senza nessun tipo di confronto su temi importantissimi come il controllo sulle agenzie o il destino del personale delle Province – spiegano la capogruppo Giulia Gibertoni e i consiglieri Andrea Bertani, Silvia Piccinini, Gian Luca Sassi e Raffaella Sensoli – E pensare che in Commissione l’argomento principale sul quale la maggioranza si è soffermata è stato il rilascio del tesserino per la raccolta di funghi”.
Con la nuova legge vengono rafforzate le Agenzie esistenti ed istituite di nuove. Agenzie che si rapporteranno direttamente con la Giunta, estromettendo quindi il processo partecipativo, al contrario di quanto scritto nelle premesse della Legge stessa. “Partecipazione che sarà irrimediabilmente compromessa anche per quel che riguarda la Conferenza Inter-istituzionale e il Consiglio delle Autonomie Locali che vedranno l’assenza di realtà e Comuni molto importanti – spiegano i consiglieri del M5S – a causa di un assurdo sistema di rappresentanza che abbiamo cercato di migliorare con la presentazione di alcuni emendamenti che però la maggioranza ha bocciato, negando ancora una volta il confronto”.
Dubbi anche per quel che riguarda il destino del personale in campo alle Province visto che non viene specificato dove verrà dislocato a seguito di questa redistribuzione delle competenze, né secondo quali modalità e campi d’azione. “Centinaia di lavoratori saranno tenuti in un limbo istituzionale con il rischio concreto che competenze e professionalità che erano specifiche di un territorio vengano disperse – concludono i consiglieri del M5S – Per fortuna siamo riusciti, attraverso due emendamenti ad un odg collegato a tutelare il lavoro della Polizia Provinciale che anche nella malaugurata ipotesi che la riforma Madia vada in porto non finirà a fare multe in strada ma continuerà a fare il lavoro svolto fino a questo momento”. “La volontà della maggioranza di complicare e non di semplificare, di tenere i piedi in due staffe e di non assumere posizioni nette ed utili è purtroppo stata confermata dal voto contrario ad un nostro ordine del giorno in cui si chiedeva, in modo chiaro e cristallino, la cancellazione dalla Carta costituzionale della parola ‘provincia'”.