“Visti i buoni risultati di cui si vanta la giunta regionale sulla raccolta differenziata, merito esclusivo dei cittadini che contribuiscono a diffondere una sempre più alta coscienza ambientale, credo che sia arrivato il momento di mettere nero su bianco un cronoprogramma per la dismissione degli inceneritori in Emilia-Romagna. Undici impianti sono davvero troppi per una regione che vuole attuare il sistema dell’economia circolare”. Giulia Gibertoni ha presentato un’interpellanza e una risoluzione per chiedere alla giunta un impegno sul fronte della dismissione degli inceneritori oggi presenti in Emilia-Romagna.
“La percentuale di raccolta differenziata nella nostra regione si attesta intorno al 64% e potrebbe essere incrementata davanti ad un piano di dismissione progressiva degli impianti di incenerimento rifiuti. Infatti, nell’ottica dell’applicazione dell’economia circolare l’incenerimento deve essere solo residuale, meglio azzerato, a fronte di un maggiore recupero e riutilizzo di materia – spiega Giulia Gibertoni – Gli impianti di incenerimento attivi sul territorio regionale sono 11, dei quali 7 trattano rifiuti urbani, 1 CDR/CSS e 3 solo rifiuti speciali. I rifiuti trattati in questi impianti nel 2016 ammontano a 1.231.512 tonnellate, a fronte di una capacità massima autorizzata pari a 1.261.500. Del totale incenerito, 640.056 tonnellate sono costituite da rifiuti urbani, 351.808 dalla frazione secca derivante dal trattamento meccanico dei rifiuti, 93.749 da CDR, 41.231 da rifiuti sanitari e 104.668 da altri rifiuti speciali. È necessario definire per quanto riguarda questi impianti, scenari di decommissioning, cioè di disattivazione progressiva delle strutture o delle singole linee di combustione, coerenti con la progressiva diminuzione di produzione del rifiuto urbano residuo regionale”.
Ecco perché Giulia Gibertoni chiede un impegno da parte della Regione in questo senso. “I tempi sono maturi per mettere la parola fine alla pratica del trattamento e trasformazione dei rifiuti ormai vecchia, antieconomica e costosa dal punto di vista della salute umana e dell’ambiente. Non si perda altro tempo” conclude Gibertoni, chiarendo “che occorre pensare al trattamento di prossimità dei rifiuti ed al superamento della legislazione che impone il trattamento di rifiuti provenienti da altre regioni: i dati allarmanti dell’inquinamento atmosferico non ci permettono di continuare a importare massivamente e smaltire per altre regioni: bisogna ridurre la produzione di sostanze inquinanti nell’interesse urgente della salute dei cittadini del territorio regionale”.