“Investire appena 50mila euro per la messa in sicurezza del Giardino storico della Reggia di Colorno è uno sbaglio colossale. In questo modo la Regione oltre a certificare lo stato di abbandono nella quale è piombato uno dei complessi storici più importanti del nostro territorio, getta dalla finestra anche quei 2 milioni di euro spesi dopo il terremoto del 2012”. Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, grazie alle segnalazioni di alcuni attivisti del territorio, ha presentato una interrogazione alla giunta regionale sul Giardino storico Palazzo Ducale di Colorno, stabile dallo straordinario valore storico ed artistico risalente al XVIII secolo, ma che da qualche anno ha perso parte del suo straordinario fascino a causa di scelte politiche sbagliate e carenza delle risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria.
“La Reggia era stata duramente colpita dal terremoto del 25 e il 27 gennaio 2012 che aveva provocato il danneggiamento delle strutture murarie e di alcune sculture e facendo dichiarare inagibili sia il Palazzo, sia la Cappella Ducale di San Liborio – spiega la consigliera Silvia Piccinini – I lavori di ripristino, che si sono conclusi all’inizio di quest’anno, sono costati quasi 2 milioni di euro, finanziati in gran parte con i Fondi europei POR-FESR attraverso la Regione. Intervento che però non ha risolto la situazione della cosiddetta ‘parte romantica’ del Giardino della Reggia, che è ormai chiusa da ottobre 2013 a causa del pericolo di caduta di rami e alberi”.
Una situazione, ferma ormai da anni, che la Provincia di Parma non è riuscita a risolvere visto che il bando per l’assegnazione dei lavori di potatura e taglio a compensazione è andato deserto e la Regione ha annunciato che stanzierà appena 52mila euro per contribuire alla messa in sicurezza.
“La cifra individuata dalla Regione è assolutamente insufficiente, anche perché la Provincia ha già detto che per i lavori servono almeno 200mila euro – conclude Silvia Piccinini – La Giunta può e deve trovare una soluzione a questo problema, attraverso dei propri fondi oppure cercando degli sponsor esterni. Non possiamo più permetterci di lasciare nell’incuria più totale una delle meraviglie della nostra regione”.