“Solo due Comuni dei 55 che fanno parte della Città Metropolitana di Bologna hanno completato la procedura per attivare i Progetti di Utilità Collettiva che permetterebbero di utilizzare parte dei percettori del reddito di cittadinanza. Persone che soltanto nella nostra provincia, secondo gli ultimi dati forniti dall’INPS, sono più di 21mila. Chi oggi critica il Reddito di cittadinanza dovrebbe in primo luogo chiedere alle amministrazioni comunali il perché di questa mancanza. Serve un’accelerazione”. È quanto dichiara Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, assieme a Alessandra Carbonaro e Michela Montevecchi, rispettivamente deputata e senatrice M5S.
“In Italia, secondo gli ultimi dati aggiornati al 25 settembre, su 8.000 Comuni sono 735 quelli che hanno completato l’attivazione dei PUC previsti dalla legge, per un totale di 1422 progetti. In Emilia-Romagna sono solo 22 e tra di loro non c’è il capoluogo di regione Bologna – spiegano le tre esponenti del MoVimento 5 Stelle – È grave che nella nostra provincia soltanto due Comuni su 55, Medicina e Casalfiumanese, abbiano attivato dei progetti che prevedono l’utilizzo di chi percepisce il reddito per lavori di pubblica utilità in attesa di formarsi e trovare un lavoro. Per far funzionare al meglio il reddito di cittadinanza crediamo sia utile che ogni istituzione si attivi per quanto di sua competenza. Da parte dei Comuni è necessario muoversi al più presto”.
“Il Presidente del Consiglio Conte ha incaricato il Ministro dell’Innovazione Paola Pisano di creare una app per incrociare i dati tra percettori del reddito e offerte di lavoro, in modo di aumentare in maniera esponenziale il loro reinserimento nel mondo lavorativo. Ad oggi, nonostante il periodo di lockdown di diversi mesi e la crisi conseguita – concludono Piccinini, Carbonaro e Montevecchi – sono 200mila su 1.2 milioni di percettori del reddito tenuti a sottoscrivere il ‘Patto per il lavoro’. Un dato che vogliamo sicuramente aumentare grazie a questa innovazione tecnologica”.