Ventuno multe per eccesso di velocità (anche a 180km/h di media) in poco meno di due anni. Solo quattro pagate, una ancora in via di accertamento e ben 16 annullate o archiviate, ovvero il 76% del totale. Sono sicuramente numeri da guinnes dei primati quelli che riguardano la giunta del Presidente Bonaccini e la capacità di farsi annullare le multe prese dall’auto blu d’ordinanza in servizio fino all’estate del 2017, ovvero quando l’ultimo autista regionale è andato in pensione. Per farlo, nella stragrande maggioranza dei casi, a Bonaccini e ai suoi assessori, è bastato scrivere al Prefetto di zona chiedendo un colpo di spugna sulle multe registrate da velox, tutor e telecamere di accesso a zone a traffico limitato e annotando la semplice giustificazione “impegni istituzionali”.
A rivelare il caso è Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, che dopo essere entrata in possesso dei dati attraverso un accesso agli atti che faceva seguito al caso della paletta e del lampeggiante chiesti e ottenuti da Bonaccini per la sua auto blu, adesso chiede spiegazioni più dettagliate sul perché quelle multe siano state cancellate.
“Questa vicenda dimostra, per l’ennesima volta, come Bonaccini e la sua giunta non abbiano affatto rinunciato ai privilegi di una certa politica, anzi. Nessuno cittadino, infatti, si vedrà mai annullare una multa per eccesso di velocità perché in ritardo con un altro impegno o magari perché rischiava di perdere un treno o un aereo – spiega Silvia Piccinini – E invece a Bonaccini e ai suoi assessori basta presentare un ricorso annotando la frase “impegno istituzionale” o, nella peggiore dell’ipotesi, arrampicandosi sugli specchi per vedersi cancellata la multa”. La capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle adesso presenterà un’interrogazione e un ulteriore accesso agli atti per chiarire ulteriori aspetti della vicenda.
“Quello che vorremmo capire è quale sia stato il metro di giudizio utilizzato per annullare queste multe. Ci sono alcuni casi, come quello che riguarda l’assessore Petitti che a marzo del 2016 veniva immortalata in autostrada dal sistema tutor a sfrecciare in auto blu a 159km/h di media, in cui la giustificazione dell’impegno istituzionale non è bastata al Prefetto di Modena per annullare la sua multa, che infatti venne confermata. Peccato che però si trattasse della terza multa presa nel giro di pochi minuti in autostrada e che le altre due, con la medesima giustificazione, siano state tranquillamente annullate. – aggiunge Silvia Piccinini – Ce ne sono altri, invece, dove si chiedono delle ulteriori spiegazioni che però appaiono quantomeno singolari. Per esempio Bonaccini il 7 ottobre del 2016 prende una multa da un velox su una strada provinciale a Ferrara. Come da prassi chiede l’annullamento per motivi istituzionali, il Prefetto gli chiede di specificare meglio e lui si giustifica dicendo che andava di fretta perché doveva tornare a casa in tempo utile per poter predisporre il lavoro del giorno successivo. Multa cancellata. Oppure quello del 9 settembre dello stesso anno quando, sempre l’auto blu su cui viaggia Bonaccini di ritorno da Genova, viene beccata a sfrecciare in autostrada a 171 km/h di media e il presidente spiega che siccome era mezzanotte la strada era libera e quindi senza particolari pericoli, il che giustificava l’eccesso di velocità. Anche in questo caso la multa non viene pagata. Tutte giustificazioni che per i normali cittadini di certo non bastano per chiedere l’annullamento di qualsiasi sanzione. Ecco perché – conclude Silvia Piccinini – chiediamo che su questa vicenda la Giunta chiarisca al più presto. A noi questo sembra l’ennesimo privilegio di Bonaccini e dei suoi assessori”.