Punto nascite Castelnovo, il M5S con il comitato: “Ancora nessuna certezza”

“Gli interrogativi posti dal comitato ‘Salviamo le Cicogne’ sul futuro del Punto nascite di Castelnovo Monti sono ampiamente condivisibili. Anche il Movimento 5 Stelle cerca da tempo di farsi rispondere concretamente da Bonaccini e dall’assessore Venturi purtroppo però senza successo. Per questo capiamo il loro rammarico nel sentirsi presi in giro da certi politici di cui però, purtroppo, evidentemente si sono fidati troppo in passato”. È questo il commento di Gianluca Sassi e Raffaella Sensoli, rispettivamente capogruppo e consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, in merito alle voci su una possibile prossima chiusura del Punto nascite dell’ospedale Sant’Anna a Castelnovo Monti.

“Noi siamo sempre stati disponibili a dialogare con il comitato per cercare di salvaguardare una struttura che riteniamo essere di fondamentale importanza per la montagna reggiana – spiega Sassi e Sensoli – Abbiamo presentato decine di interrogazioni sul caso e proposto strade percorribili per cercare di evitare una chiusura che avrebbe delle ripercussioni pesantissime per i cittadini di quella zona. Se però dopo anni di tentativi di fare chiarezza sul futuro del Punto nascite il comitato non è riuscito ad avere nessuna certezza, allora significa che fino a questo momento ci si è fidati troppo delle persone sbagliate. Il giochetto della Regione di creare tutti i presupposti per la chiusura della struttura noi l’abbiamo scoperto tempo fa, denunciandolo anche pubblicamente”.

“Vorremmo sapere poi che fino hanno le promesse e le rassicurazioni snocciolate durante la serata al Bismantova degli esponenti del PD e della maggioranza che guida la Regione proprio sulla salvaguardia, non solo del Punto nascite, ma dell’intero ospedale. In più solo qualche mese fa l’assessore Venturi rispondendo ad una nostra interrogazione – concludono Gianluca Sassi e Raffaella Sensoli – aveva accolto favorevolmente la nostra richiesta di attuare una sperimentazione sui quei punti nascita che, pur non rispettando i parametri di 500 parti all’anno, avessero mantenuto gli standard di qualità stabiliti per legge. Standard che riteniamo Castelnovo possegga e che per questo non dovrebbe più essere a rischio come sembra di capire in queste ultime settimane”.