“Il mancato rinnovo dei contratti a sette lavoratori impiegati negli ex servizi provinciali dell’agricoltura, è solo uno dei tanti effetti deleteri della pessima legge di riordino messa in piedi da Giunta e PD. L’assessore Petitti aveva assicurato che, scomparse le Province, la Regione avrebbe garantito tutti i posti di lavoro. Evidentemente non è così”. Andrea Bertani e Silvia Piccinini, consiglieri regionali del M5S, hanno presentato una interrogazione dopo la notizia dei mancato rinnovo dei contratti di sette lavoratori impiegati presso gli ex servizi provinciali agricoltura e che ha riguardato sei persone a Piacenza e uno a Rimini. I lavoratori sono stati impiegati per oltre 15 anni a fronte di contratti con soggetti terzi a loro volta assegnatari di servizi da parte delle province, ma dopo l’entrata in vigore della legge di riordino hanno visto interrompersi il loro rapporto di lavoro.
“Si tratta di una grave notizia e che conferma tutti i nostri dubbi sulla reale applicazione della legge – spiegano Andrea Bertani e Silvia Piccinini – Le tutele per quei lavoratori che non avevano un contratto a tempo indeterminato e un rapporto diretto con le Province sono pressoché inesistenti, anche se svolgevano funzioni fondamentali per l’avanzamento della macchina amministrativa. In pratica in un sol colpo non si tutela l’occupazione e si lascia sguarniti funzioni importanti: un vero capolavoro”. Il caso segnalato nella interrogazione dei due consiglieri regionali del M5S è solo l’ultimo di una serie di criticità che riguarda proprio il delicato passaggio di ruoli e competenze tra Province e Regione.
“Si tratta di una situazione di assoluto caos che è possibile ritrovare anche in quel che sta succedendo per esempio nel Servizio Tecnico di Bacino e i precari dei centri per l’impiego (che temiamo seguiranno la stessa sorte dei precari del servizio agricoltura – aggiungono Andrea Bertani e Silvia Piccinini – Per questo chiederemo un’audizione urgente in Commissione per riuscire a capire meglio quali effetti sta producendo sull’occupazione la legge di riordino e sul livello dei servizi offerti ai cittadini. Se non si rinnovano contratti di lavoro a cui per molto tempo erano stati affidati compiti precisi, ci troveremo di fronte a un sicuro impoverimento dei servizi offerti. Una situazione diametralmente opposta a quella che invece riguarda i piani alti della Regione, visto che quando si tratta di rinnovare contratti a dirigenti esterni come è successo con il celebre caso dei 13 dirigenti tutti magicamente confermati dopo aver brillantemente superato una ‘selezione pubblica’, la Giunta fa di tutto per assicurargli una poltrona e uno stipendio da capogiro. Evidentemente per loro non c’è legge di riordino che tenga”.