“Le rivendicazioni portate avanti dai lavoratori precari della Regione Emilia-Romagna sono più che legittime, soprattutto per quel che riguarda il mancato riconoscimento dell’esperienza maturata per accedere ai concorsi che si svolgeranno nei prossimi mesi. Ed è assolutamente paradossale che quello stesso criterio però sia stato utilizzato dalla Regione e dalla Giunta Bonaccini per selezionare, per esempio, i propri dirigenti appena qualche anno fa. Una disparità di trattamento evidente ed ingiusta”.
È quanto dichiara Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo alla protesta andata in scena oggi davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna e portata avanti da una folta rappresentanza di dipendenti precari dell’ente regionale. “Nel 2016, quando la Regione decise di selezionare 14 dirigenti con una selezione pubblica, scelse di inserire come criterio fondamentale quello dell’esperienza maturata proprio in Viale Aldo Moro, attribuendo a questo criterio una premialità davvero rilevante: ovvero 13 punti su 30 – aggiunge Silvia Piccinini – Quello che ci chiediamo adesso, alla vigilia di una nuova stagione concorsuale, è perché Bonaccini non abbia scelto di applicare lo stesso metro di giudizio. Perché per il personale precario che lavora in Regione con contratti rinnovati anno dopo anno non è stato pensato un sistema di premialità simile a quello utilizzato per i dirigenti? A questa domanda crediamo che Bonaccini e l’assessore Petitti debbano rispondere al più presto visto che poche settimane fa, quando il progetto di legge sul personale approdò in aula, la nostra proposta di uniformare questi criteri di giudizio fu bocciata senza troppe spiegazioni dal PD” conclude la consigliera regionale M5S.