“La richiesta della Lega di dire no alla somministrazione della pillola Ru486 in day hospital vuole far ripiombare nel medioevo l’Emilia-Romagna e i diritti che le donne hanno faticosamente conquistato. Adesso ci aspettiamo che la Regione rimandi al mittente questa richiesta offensiva e retrograda e difenda in tutti i modi le linee guida indicate dal Ministero della Salute”.
È quanto chiede Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo alla richiesta da parte del gruppo regionale della Lega di rifiutare le nuove linee guida ministeriali che prevedono la somministrazione della pillola abortiva Ru486 in regime day hospital, nei consultori e con tempi estesi fino alla nona settimana. “La strada indicata dal Ministero della Salute si basa su evidenze scientifiche e su studi a livello nazionale ed internazionale che non possono essere messi a rischio da richiesta oscurantiste e che vorrebbero limitare la libertà delle donne – aggiunge Silvia Piccinini – Parlare di ‘abortifici’, o di aborto ‘fai da te’ come la Lega ha fatto anche in altre regioni, come il Piemonte e le Marche, è semplicemente assurdo e non rispecchia in nessun modo l’obiettivo che le nuove linee guida hanno voluto ribadire. D’altronde se fossero abituati a basarsi sulla realtà dei fatti i consiglieri della Lega scoprirebbero che in Emilia-Romagna le interruzioni volontarie di gravidanza sono in diminuzione”.
Nel 2019, infatti, come evidenzia l’ultimo Report messo a punto dall’assessorato regionale alla Sanità, le interruzioni volontarie di gravidanza sono state 6.501, il numero più basso di interventi annuali dall’inizio della rilevazione nel 1980, con un calo del 5,4% rispetto al 2018. “Per questo crediamo che la Regione non debba fare nessun passo indietro rispetto a quanto già ribadito da una determina dello scorso settembre da parte della direzione generale alla sanità e per questo presenterò una risoluzione per difenderla – aggiunge Silvia Piccinini – Un atto che si va ad aggiungere a una mia interrogazione presentata nel 2017 in cui già chiedevo di valutare il ricorso ai consultori familiari, una strada coerente con quanto stabilito recentemente dalle linee guida ministeriali. Se in Emilia-Romagna, infatti era già possibile ricorrere alla pillola Ru486 per eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza, in regime di day hospital, sino alla settima settimana compiuta di gravidanza, a settembre, coerentemente con le disposizioni nazionali, la determina ne ha esteso l’impiego alla nona, mettendosi al lavoro per anche individuare i criteri per consentire l’uso del farmaco non solo in day hospital anche in regime ambulatoriale” conclude la capogruppo regionale M5S.