“L’assessore Petitti può arrampicarsi sugli specchi quanto vuole ma i numeri, come dice lei, sono numeri e confermano quanto abbiamo detto: dopo la riorganizzazione della Direzione Gestione, Sviluppo e Istituzioni la Regione spende 50mila euro in più per pagare la struttura di vertice, che prima era composta da tre persone e adesso da quattro”. È questa la replica di Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, in merito alle polemiche nate dopo la presentazione di una interrogazione sull’aumento di spesa a carico delle casse regionali dopo la riorganizzazione delle ex direzioni generali di Bilancio, Affari legislativi e Personale oggi riunite in un’unica struttura.
“Noi abbiamo parlato di un costo complessivo per la dirigenza massima dell’attuale più alto rispetto a quello delle tre strutture precedenti: 496 invece che 446 mila euro. Numeri che confermiamo perché rappresentano la realtà delle cose – spiega Silvia Piccinini – L’assessore Petitti sostiene che gli stipendi degli ex dirigenti sono diminuiti, da 150 a 120 mila euro, particolare che abbiamo tra l’altro già confermato. Poi però ci dice che essendo gli attuali subapicali dei dirigenti di ruolo, i loro stipendi fanno riferimento ad altri capitoli di spesa dimenticando però di specificare che il seppur lieve risparmio generato dalla riduzione di questi tre stipendi viene ampliamente surclassato da quello del nuovo super direttore Frieri che fa schizzare a quasi 500mila euro il costo totale della struttura. L’assessore Petitti può giustificare quanto vuole questa operazione, sostenendo che per lo stipendio tabellare degli ex dirigenti fa riferimento a un capitolo di spesa differente, ma sul piano matematico (e dei costi annualmente sostenuti e mensilmente pagati) la spesa è più alta di 50.000 euro. Dovrebbe poi avere almeno la decenza di ammettere che sempre di soldi pubblici si tratta – conclude – Soldi che si sono spesi per far svolgere al nuovo superdirettore e ai tre ex direttori più o meno quelle stesse funzioni che questi ultimi facevano prima della riorganizzazione”.