Centrotrenta richieste di approfondimenti che, nel passaggio tra il documento preparato dalla Regione a quello presentato dal Ministero dell’Ambiente a Società Autostrade, sono magicamente “scomparse”. È questa la denuncia di Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, che ha presentato una interrogazione alla Giunta per chiedere se le richieste di integrazione presentate dal Ministero ad Autostrade sul progetto del Passante di mezzo abbiano avuto la piena condivisione da parte di viale Aldo Moro visto che proprio nel testo è scritto nero su bianco che il tutto sarebbe stato fatto con la “condivisione della Regione Emilia-Romagna”.
“Rispetto alle integrazioni che la Giunta aveva presentato ad aprile del 2017, ci sono ben 130 richieste in meno – spiega Silvia Piccinini – A questo punto vorremmo capire che fine abbiano fatto quelle osservazioni e per quale motivo sono state di colpo cancellate. Anche perché stiamo parlando di aspetti molto importanti dell’impatto ambientale che il Passante avrà sul nostro territorio”. Nell’elenco dei 130 punti scomparsi, infatti, c’erano diversi aspetti sui quali la Regione chiedeva specifiche ed integrazioni. Si va dai problemi legati alla geotecnica e alla sismicità, al quadro ambientale e all’impatto sull’atmosfera, alla tutela della salute pubblica e ai meccanismi per contenere l’inquinamento acustico. “Nell’elenco della Regione erano esplicitate diverse criticità sulle quali si richiedevano delle integrazioni da parte di Autostrade – aggiunge Silvia Piccinini – C’era il nodo del traffico con la richiesta di sapere quali fossero i dati sui quali si basava la previsione che da qui al 2025 il parco veicolare sarebbe aumentato contrariamente a quanto invece indicano una serie di altri studi e analisi. Poi manca tutta la parte relativa all’impatto sulla salute della popolazione con la richiesta di approfondimenti su dati epidemiologici della popolazione direttamente interessata al progetto, dai quartieri San Vitale, a San Donato, passando per il Navile e Borgo Panigale. E poi c’è la questione del Savena abbandonato, indicato come unico corpo idrico recettore di tutte le acque reflue del cantiere, ma di cui però a detta della Regione gli impatti di questa scelta non erano stati valutati correttamente”.
“A questo punto – conclude Silvia Piccinini – chiediamo alla Regione di chiarire queste anomalie, specificando il perché tra i due testi ci siano queste corpose differenze visto che, come scrive il Ministero, l’ultimo documento è stato condiviso totalmente da viale Aldo Moro. Perché la Regione ha gettato la spugna?”.