NoTriv, vittoria del M5S: anche l’Emilia-Romagna dovrà esprimersi sul referendum abrogativo

La marcia #NoTriv di sabato scorso a Rimini organizzata dal M5S
La marcia #NoTriv di sabato scorso a Rimini organizzata dal M5S

Anche la Regione Emilia-Romagna prenderà in esame l’ipotesi di un referendum abrogativo contro le trivellazioni. Merito del M5S che porterà in aula, nella prossima seduta dell’Assemblea Legislativa prevista per martedì 29 settembre, la richiesta di abrogazione dell’art 35 del decreto Sviluppo e degli articoli 37 e 38 dello Sblocca Italia, norme che di fatto danno il via libera alle trivelle selvagge su tutto il territorio.

“Quella del referendum è l’unica possibilità che abbiamo per poter bloccare lo scempio che il PD e Renzi vogliono fare del nostro territorio – spiega Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione – Siamo riusciti a portare in aula la richiesta di referendum abrogativo, previsto dall’articolo 75 della nostra Costituzione, e ci aspettiamo un confronto leale da parte della maggioranza, contrariamente a quello che è accaduto recentemente sull’impugnazione della Buona Scuola”.

“Come avevamo annunciato dopo la manifestazione NoTriv di Rimini dello scorso fine settimana il M5S è determinato a portare avanti questa richiesta – aggiunge il consigliere regionale Andrea Bertani – In questo modo anche il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna si potrà esprimere sulla proposta già avanzata da una decina di Regioni ed approvata da sette”.

Due le norme che sono al centro della richiesta di referendum abrogativo: l’art. 35 del Decreto Sviluppo e l’art. 38 dello Sblocca Italia. La prima norma da una parte formalmente sancisce l’impossibilità futura di cercare ed estrarre idrocarburi entro le 12 miglia marine (cioè le acque territoriali), ma in concreto dall’altra fa ripartire immediatamente i procedimenti precedentemente bloccati dal D. Lgs. n. 128 del 2010, proprio per via della loro vicinanza alle coste.

La seconda semplifica gli iter autorizzativi per le trivellazioni, toglie potere alle Regioni e prolunga i tempi delle concessioni con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni, tutto ciò tra l’altro non tenendo conto della Direttiva “offshore” (Dir. UE 30/2013) che dovremmo recepire, come Stato, entro pochi mesi.

“In questo modo il 29 settembre – concludono Gibertoni e Bertani – ogni forza politica, maggioranza compresa, dovrà assumersi la proprie responsabilità. Non ci sono più scuse”.