Pedine che la politica si diverte a spostare da una casella all’altra semplicemente per obbedire al paradigma gattopardesco del cambiare tutto affinché nulla cambi. È questo il commento di Giulia Gibertoni, capogruppo Movimento 5 Stelle in Regione, in seguito all’ufficializzazione delle nomine dei nuovi 14 direttori generali della Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna. Nomine che secondo l’esponente del M5s “tutto fanno pensare tranne che a un reale rinnovamento ai vertici della sanità regionale. I dirigenti nominati, infatti, come avevamo ampiamente previsto sono i soliti volti noti – spiega – professionisti che da anni vengono utilizzati come pedine di un gioco perverso. La politica ciclicamente si diverte a spostarli da un capo all’altro della regione, con il solo obiettivo di conservare lo status quo, alla faccia dell’efficienza sanitaria e di quelle politiche virtuose che, invece, dovrebbero essere l’obiettivo principale per chi gestisce la sanità regionale”.
“Per evitare che la nomina dei nuovi dirigenti si limitasse al solito valzer di poltrone di professionisti da decenni al servizio della classe politica, con una interrogazione avevamo proposto alla giunta di percorrere la strada della trasparenza e del buon senso – aggiunge la Gibertoni – magari inserendo criteri di esclusione per quei dirigenti condannati, indagati o rinviati a giudizio, oltre all’individuazione di un numero massimo di mandati per gli incarichi di vertice. Percorrendola Bonaccini e la sua giunta ci avrebbero almeno risparmiato alcune situazioni a dir poco imbarazzanti come la nomina di Tiziano Carradori (rinviato a giudizio per il caso Hesperia) a nuovo direttore generale dell’Asl di Ferrara, e quella di Ivan Trenti, da 13 anni pendolare della poltrona sanitaria tra Modena e Reggio Emilia e ora nuovo numero uno dell’Asl di Modena”.
“Per non parlare di Kyriakoula Petropulacos, promossa a braccio destro dell’assessore Venturi e che prima di sbarcare in Viale Aldo Moro, da direttore sanitario del Policlinico di Modena non si accorse di quanto succedeva attorno a lei. Quello che ci chiediamo – conclude il capogruppo M5S – è se davvero queste persone rappresentano il meglio della nostra dirigenza sanitaria o, come siamo sicuri, sono solo le pedine del solito gioco le cui spese sono sempre più a carico dei cittadini, costretti a subire le inefficienze di un sistema sanitario regionale che fa acqua da tutte le parti, ma che non perde occasione per premiare i suoi vertici. Sempre gli stessi”.