Un regolamento per rendere trasparenti i rapporti tra medici e onlus, e che soprattutto tenga alla larga quelle finte dalle strutture ospedaliere della regione. È quanto chiede Giulia Gibertoni attraverso una interrogazione presentata dopo che nel corso del processo sullo scandalo Cardiologia al Policlinico di Modena è emerso come il personale medico della struttura ricevesse dei finanziamenti da parte di aziende farmaceutiche attraverso delle onlus che sono risultate poi essere fittizie.
“A quanto sta emergendo dalla carte del processo personale non medico aveva accesso addirittura alle sale operatorie durante gli interventi chirurgici – spiega Giulia Gibertoni – Personale che spesso era alla dipendenze di case farmaceutiche o di aziende del settore biomedicale. È incredibile come personale non autorizzato non possa entrare in un cantiere edile e invece in un ospedale sia permesso a soggetti che non hanno nessuna qualifica di poter accedere alle sale operatorie durante interventi molto delicati”. Un aspetto che, così come quello che riguarda i rapporti di collaborazione tra le case farmaceutiche e alcuni medici del reparto di Cardiologia non emerse dall’indagine del gruppo di lavoro regionale che fu costituito subito dopo lo scoppio dello scandalo. “Crediamo che sia necessario avviare un’attenta indagine sui rapporti di collaborazione tra le case farmaceutiche e personale medico delle strutture sanitarie regionali, per evitare che si ripetano casi come quelli che sembrano essere avvenuti nel reparto di Cardiologia del Policlinico di Modena – conclude Giulia Gibertoni – Inoltre serve prevedere e attuare fin da subito un regolamento che chiarisca i rapporti tra le strutture ospedaliere, i medici e onlus. Quello che bisogna assolutamente evitare è la presenza di onlus finte attraverso le quali, come il caso di Cardiologia a Modena sta dimostrando, corruzione e malasanità si sono introdotte nei nostri ospedali fino a mettere a rischio la sicurezza dei pazienti”.