“Bonaccini bocci definitivamente il piano del Governo che prevede l’abbattimento selettivo dei lupi e proponga di adottare il modello, già attuato con il Piano rurale, che permette di coniugare gli interessi di agricoltori e allevatori con la salvaguardia di una delle specie animali più protetta al mondo”. In vista della decisione della Conferenza Stato-Regioni del prossimo 23 febbraio, Giulia Gibertoni torna a chiedere al presidente della Regione Emilia-Romagna di bloccare il “Piano di Conservazione del lupo” proposto dal Ministero dell’Ambiente e all’interno del quale è prevista la cosiddetta “azione 22” che prevede un abbattimento controllato di un numero di lupi fino al 5%.
“Il rinvio che abbiamo ottenuto anche attraverso la mobilitazione politica e sociale non può e non deve bastarci – spiega Giulia Gibertoni – Il Piano deve essere bocciato, non c’è altra alternativa. Per questo chiediamo a Bonaccini, in qualità di presidente della Conferenza Stato-Regioni, di esprimere parere negativo sul provvedimento e di valutare e proporre modalità alternative per tutelare gli interessi degli allevatori e degli agricoltori, attraverso, per esempio, alle misure già disponibili nei piani di sviluppo rurale”.
Il riferimento contenuto nella risoluzione presentata da Giulia Gibertoni riguarda l’attuazione di metodi di allevamento compatibili con la presenza del lupo, la programmazione di misure di prevenzione e la previsione di compensazioni per i danni accertati e causati dai lupi. “Il piano del ministero dell’Ambiente cancellerebbe in un colpo solo tutti gli sforzi fatti per la tutela di questo animale e che hanno consentito un ritorno della specie, visto che in Italia attualmente la presenza del lupo è quantificabile in circa 1.800 capi – aggiunge Giulia Gibertoni – Inoltre proseguire con la scellerata idea dell’abbattimento dei singoli esemplari comporterebbe una destrutturazione dei branchi di origine che spingerebbe i lupi superstiti ad attaccare gli allevamenti. Invece noi crediamo che la loro salvaguardia possa diventare un’attrattiva e una risorsa per incrementare anche forme di turismo naturalistico, attualmente poco sviluppate, e sicuramente funzionali per un’educazione all’ambiente veramente sostenibile. Per questo – conclude Giulia Gibertoni – Bonaccini non perda altro tempo e bocci definitivamente questo piano”.