“Il testo unico sulla legalità approvato oggi dall’Assemblea Legislativa è senza coraggio. Oggi che lo spazio grigio tra legale e illegale si è fatto sistema, per contrastare il radicamento della mafia nella nostra regione serviva ben altro”. È questo il commento di Giulia Gibertoni riguardo all’approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa del Testo Unico sulla Legalità avvenuta questa mattina. “Il M5S ha scelto di astenersi perché, pur condividendo l’importanza e la finalità di questo provvedimento, crediamo che si sia persa un’occasione unica per cercare di creare un sistema importante di anticorpi per un contrasto reale ed efficace al radicamento della criminalità organizzata sul nostro territorio – spiega Giulia Gibertoni – Si è scelto di non decidere, tenendo lontano il Testo Unico da decisioni veramente importanti che noi avevamo portato avanti fin dal passaggio in Commissione. Proposte come quella di dotarci di una commissione regionale per la promozione della cultura della legalità, l’introduzione di una norma di anticorruzione per i consiglieri regionali come il divieto di elargire sovvenzioni di alcun genere a chi ha contribuito con somme superiori ai 5mila euro a favore di liste elettorali o singoli candidati, a nostro avviso avrebbero rappresentato un buon punto di partenza per cercare di dotarci di qualche anticorpo in più in questo difficile percorso”.
Emblema dell’assoluta mancanza di coraggio da parte della Giunta è stato il rifiuto di approvare un emendamento proposto da Giulia Gibertoni che introduceva l’obbligatorietà da parte della Regione di costituirsi parte civile in tutti quei procedimenti penali per reati di stampo mafioso, eliminando così la discrezionalità con cui viene portata avanti adesso. “Io ritengo che sia necessario distinguere tra antimafia buona e più o meno cattiva, ma non ci sto a decidere se esiste un’azione giudiziaria su questioni buona o cattiva su questioni di mafia – aggiunge Giulia Gibertoni – E invece incredibilmente l’asse Pd-Destra ha bocciato la nostra proposta tra l’altro portando avanti una tesi semplicemente ridicola. Pur di poter giustificare il loro no si sono arrampicati sugli specchi sollevando dubbi di natura costituzionale e arrivando a sostenere che le Regioni non avessero voce in materia. Peccato che la stessa nostra proposta sia contenuta in una legge regionale, quella della Liguria, votata all’unanimità dall’allora Consiglio regionale, quindi da quelle stesse forze politiche che in Emilia-Romagna oggi sostengono che non si potesse fare. Una posizione che la dice lunga sulla reale volontà da parte di PD e Destra di voler contrastare realmente la mafia nel nostro territorio”.