L’Emilia-Romagna, grazie all’approvazione da un ordine del giorno presentato dalla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Silvia Piccinini, solleciterà il Governo all’introduzione di un salario minimo in Italia e “a proseguire nell’iter diretto alla definizione per via legislativa di un salario minimo, come strumento centrale nel contrasto della povertà, nella difesa della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici”. “Quella dell’introduzione di un salario minimo nel nostro Paese è una necessità che non è più rimandabile – spiega Silvia Piccinini – Nel 2021, secondo l’Eurostat, l’11,7% degli occupati in Italia viveva in condizioni di povertà lavorativa. Una percentuale che il Ministero del Lavoro ha successivamente aumentato calcolando che questo fenomeno riguarda il 13% dei lavoratori italiani per un totale di quasi 3 milioni di persone. Numeri che fanno capire quanto diffuso, reale e drammatico sia il problema del lavoro sottopagato in Italia con persone che ricevono stipendi da 3 o 4 euro lordi all’ora. In Parlamento il MoVimento 5 Stelle da tempo ha presentato una proposta di legge che fissa il salario minimo a 9 euro l’ora che si andrebbe così ad allineare ad altre realtà europee visto che l’Italia è uno dei pochi Paesi dove non è previsto insieme a Danimarca, Svezia, Finlandia e Austria. Bene, quindi, che l’Assemblea Legislativa si sia espressa a favore dell’introduzione del salario minimo in modo da pressare ancor di più la maggioranza di governo che invece, nonostante le aperture della premier Meloni, continua a denigrare questo strumento accostandolo addirittura a pratiche da regime sovietico come ha fatto il ministro Tajani dimostrando di non capire nemmeno l’oggetto della discussione”.
L’ordine del giorno approvato oggi dall’Assemblea Legislativa chiede a Governo e Parlamento di “giungere in tempi rapidi all’adozione di una legge che metta fine ad inaccettabili condizioni di sfruttamento, contribuendo al complessivo innalzamento dei livelli retributivi e conseguentemente al miglioramento della qualità della vita di molte persone, alla crescita dell’economia e alla coesione sociale”. “Il salario minimo può essere uno strumento centrale nel contrasto della povertà, della difesa della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici e per la tutela nella legalità – aggiunge Silvia Piccinini – Per questo è necessario che si arrivi in tempi rapidi all’approvazione di una legge che metta fine alle inaccettabili condizioni di sfruttamento e che al tempo stesso contribuisca a un complessivo innalzamento dei livelli retributivi e della qualità della vita di tante persone, anche in Emilia-Romagna”.