Non c’è 12 senza 13. Anche l’ultimo dei dirigenti di nomina diretta della Regione, che da ormai 15 anni siedono ai vertici degli uffici di viale Aldo Moro (anche se non hanno mai vinto un concorso per quell’incarico) si è aggiudicato l’ultimo posto rimasto ancora vacante nell’organigramma delle otto direzioni generali per i quali era stata bandita una selezione “pubblica”. Si tratta di Paolo Tamburini, nominato responsabile del servizio “Comunicazione, educazione della sostenibilità e strumenti di partecipazione”, carica che ricopriva da tempo e che come gli altri suoi 12 colleghi, continuerà a portare avanti fino al 31 gennaio del 2017.
“Con l’ultima nomina possiamo dire di aver fatto l’en plein, visto che siamo riusciti ad indovinare i nomi di tutti i dirigenti esterni che sarebbero stati scelti – spiega Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S – Come abbiamo denunciato in più di un’occasione si tratta di nomine dirette e ad personam mascherate da selezione pubblica. Insomma si tratta dell’ennesima farsa e che nel caso di Tamburini si trasforma in una vera e propria beffa visto che questa persona, che oggi ha superato con successo la selezione grazie al possesso del titolo di dirigente regionale ottenuto tramite nomina diretta, nel 1999 non riuscì ad avere l’idoneità nemmeno da funzionario. Un paradosso”. Per la consigliera regionale del M5S anche nel caso del tredicesimo dirigente riconfermato si è accuratamente evitato di far entrare nuove risorse in Regione visto che si è costruita una procedura selettiva che in primo luogo non ha valorizzato adeguatamente esperienze professionali precedenti diverse rispetto a quelle degli “uscenti”, e poi ha messo a capo delle commissioni di valutazione quegli stessi Direttori che per anni hanno lavorato fianco a fianco con i candidati poi risultati vincitori.
“Nella selezione che ha portato alla scelta scontata di Tamburini sappiamo che sono arrivate richieste da tutta Italia da parte di dirigenti che potevano contare esperienze e curricula di certo non indifferenti – aggiunge Silvia Piccinini – Come nel caso di Eugenio Iorio, ex numero uno della Comunicazione istituzionale della Regione Puglia sotto il governo Vendola, oppure dirigenti del Comune di Bologna, Reggio Emilia e della Regione Basilicata”. “Con questa tredicesima nomina si aggiunge un altro capitolo alla farsa che la Regione sta scrivendo ormai da più di 20 anni sulla scelta dei propri dirigenti – conclude Silvia Piccinini – Una scelta a completo servizio della politica e non delle competenze e della meritocrazia”.