INDUSTRIA ITALIANA AUTOBUS, PICCININI (M5S): “CESSIONE A GRUPPO SERI RISCHIA DI CREARE DANNI IRREPARABILI. GOVERNO TORNI SUI PROPRI PASSI E ASSICURI PRESENZA DELLA PARTE PUBBLICA FINO ALL’ATTUAZIONE DI UN VERO PIANO DI RILANCIO”

“La cessione delle quote pubbliche dell’ex Bredamenarinibus decisa dal governo e dal ministro Urso non solo non dà nessuna garanzia sul piano occupazionale, rappresentando così un pericolo concreto per i lavoratori, ma rappresenta soprattutto un notevole passo indietro dal punto di vista industriale visto che si rinuncia a voler gestire un asset fondamentale per la transizione ecologica nel settore del trasporto pubblico. È una scelta folle che deve essere al più presto ritirata. Siamo e saremo al fianco dei lavoratori”. È quanto dichiara Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo all’annuncio dell’avvenuta cessione delle quote pubbliche di Industria Italiana Autobus al gruppo Seri Industrial da parte di Invitalia e Leonardo annunciata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“Dismettere dall’oggi al domani un patrimonio di competenze uniche è un errore madornale che non solo l’Emilia-Romagna, ma l’intero Paese, rischia di pagare a caro prezzo nei prossimi anni – aggiunge Silvia Piccinini – Ecco perché è assolutamente necessario che il Governo torni sui propri passi e riapra la strada delle trattative per l’acquisizione di IIA interessando altri soggetti che presentino progetti di sviluppo industriali seri e basati su dati concreti. I dubbi di sindacati e lavoratori su Seri non possono essere ignorati. Nel frattempo, è necessario che venga assicurata una più solida garanzia pubblica nel percorso di acquisizione delle quote societarie da parte di Leonardo ed Invitalia, almeno fino a che il piano di rilancio non diventi concreto. Ciò garantirebbe una maggiore stabilità aziendale e darebbe la possibilità di approfondire i tanti punti oscuri del progetto Seri appoggiato dal governo e dal ministro Urso. Il futuro dell’ex Bredamenarinibus deve essere inserito in un’ottica di crescita e sviluppo industriale all’interno di un progetto più ampio di sostenibilità ambientale e non solo meramente finanziaria e speculativa come invece sta avvenendo” conclude Silvia Piccinini.