Inclusione sociale, la nuove legge è un’imitazione di norme che esistono già – VIDEO

 

Il Consigliere Boschini afferma che questo Progetto Di Legge è rivolto prevalentemente ai tirocini, ma è innegabile che esista una parte cospicua relativa al lavoro. E secondo noi in questa parte c’è un grande squilibrio nella parte di incentivazione alle imprese. Mi spiego. Innanzitutto, come abbiamo detto, l’obiettivo dovrebbe essere quello di consentire ai soggetti “fragili” di lavorare come chiunque altro adiuvando così l’inclusione sociale e tramite questa, magari, contribuire a risolvere le eventuali cause di vulnerabilità.
L’obiettivo di questo progetto di legge non dovrebbe essere di certo quello di dare agevolazioni alle imprese, ma ai lavoratori…in più, visto che il pdl prevede anche che soggetti fragili vengano aiutati nell’apertura di P.iva, ci piacerebbe conoscere quali sono le incentivazioni previste non meramente di natura finanziaria dato che qui è citato solo l’accesso al credito (ma per quello ci sono già i confidi ed il fondo microcredito), quindi si elencano semplicemente strumenti già esistenti.
Nello specifico, riguardo le varie possibilità di questa legge: se io soggetto fragile vengo assunto come dipendente, non so quale supporto socio-sanitario avrò, ma la mia azienda avrà dei vantaggi presumibilmente fiscali o di natura amministrativa. Se io, stesso soggetto fragile, apro P.iva non solo non quali strumenti sociali avrò in mio supporto, ma non so nemmeno quali agevolazioni all’impresa ci saranno. La parola “sostiene” citata nell’articolo 29 comma 1 non dice nulla in sé se non accompagnata da specifiche.
Vi ricordo, inoltre, che la situazione degli assistenti socio-sanitari è già al limite della sopportazione, la mole di lavoro che ogni assistente è chiamato a sostenere non permette gli standard qualitativi che si necessiterebbero. Inoltre si è creata la situazione paradossale per cui anche le stesse figure professionali coinvolte da questo pdl quali ad esempio assistenti socio-sanitari e alcuni psicologi, ormai sono in molti casi assunti da cooperative che forniscono servizi ai Comuni e alle Asl.
Azzardando un piccolo volo pindarico, vista la situazione di svantaggio contrattuale in cui si trovano i lavoratori delle cooperative rispetto ai dipendenti del settore pubblico, potremmo quasi considerare gli stessi operatori una categoria vulnerabile. A questo punto ci chiediamo chi assisterà gli assistenti.
Pur apprezzando la propulsione iniziale che ha dato vita a questo progetto di legge, proprio continuiamo a non capire perché si continuano a perdere occasioni per attuare qualcosa di maggiormente concreto, meno lacunoso e magari fatto con atti più semplici.