La Regione valuti la possibilità di costituirsi parte civile all’interno del processo sulle irregolarità del Tecnopolo di Rimini: è quanto chiede Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, che ha presentato un’interrogazione riguardo all’inchiesta portata avanti dalla Procura di Rimini sul progetto del Tecnopolo anche in vista dell’udienza preliminare che si terrà, dopo un primo rinvio, il prossimo 19 novembre.
“Fino ad oggi la Regione non ha mai dichiarato esplicitamente se c’è la volontà, o meno, di costituirsi parte civile nel processo sulle irregolarità degli appalti del Tecnopolo – spiega Raffaella Sensoli – Così come fino ad oggi, né da parte dell’amministrazione comunale di Rimini, né da parte della Regione Emilia-Romagna, si sono levate voci a tutela dell’operato dell’ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Rimini, Roberto Biagini, che ha avuto il merito di scoperchiare questo sistema con la presentazione di un esposto. Crediamo che il silenzio su questa vicenda, che rappresenta una pagina sicuramente non limpida della storia politica di Rimini, debba finire. E per questo chiediamo alla Regione di prendere finalmente una posizione ufficiale”. D’altronde, come ricorda la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle nella sua interrogazione, il legame tra il progetto del Tecnopolo e Viale Aldo Moro è rilevante e si concretizza nella concessione di un finanziamento di oltre un milione di euro avvenuto, tra l’altro, a inchiesta giudiziaria già avanzata.
“Ai 150mila euro concessi dalla Regione al Comune di Rimini per l’avvio del progetto, nel settembre del 2017 se ne sono incredibilmente aggiunti altri 1,3 milioni quando l’inchiesta giudiziaria era già da tempo avviata – aggiunge Raffaella Sensoli – Un particolare del quale la Regione era ben a conoscenza viste le precedenti comunicazioni proprio con la Guardia di Finanza. A questo proposito, dunque, viene da chiedersi per quale motivo la Regione abbia deciso di procedere al saldo del finanziamento stanziato per il Tecnopolo nonostante ci fosse un’inchiesta in corse e se, al contrario, non sarebbe stato più prudente congelare, almeno in parte, il finanziamento in attesa che venisse fatta chiarezza sulla genesi del progetto e sulle presunte irregolarità denunciate” conclude la consigliera regionale M5S.