“Alla luce di quanto sta emergendo dall’inchiesta ‘Mondo sepolto’ non si comprende come mai la Regione non sia mai intervenuta rispetto alla macroscopica incongruenza che riguarda il Comune di Bologna che ha selezionato come socio privato per la società comunale di gestione dei servizi cimiteriali, proprio un consorzio di imprese di onoranze funebri, andando così contro il principio sancito dalla legge regionale che prevede una separazione netta tra queste due realtà”.
È quanto sostiene Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, all’interno di una interrogazione presentata in Regione dopo l’inchiesta sull’attività di alcune agenzie funebri all’interno degli ospedali di Bologna. Inchiesta che ha interessato anche, per quanto riguarda i soci privati di minoranza, alcune imprese facenti parte della società concessionaria della gestione dei servizi cimiteriali del Comune di Bologna.
“La legge regionale del 2004 stabilisce chiaramente che nel caso in cui il soggetto gestore dei servizi pubblici cimiteriali svolga contemporaneamente anche attività funebre, sia obbligatoria una netta separazione societaria – spiega Silvia Piccinini – Questo perché il gestore di servizi cimiteriali, che opera in condizioni di sostanziale monopolio nel territorio comunale, si troverebbe in una condizione di vantaggio rispetto ad un’attività remunerativa come quella funeraria, che invece deve essere svolta in regime di libera concorrenza. E una eventuale commistione fra i due ruoli potrebbe condurre ad una turbativa del mercato”. Separazione che però, non sembra essere stata rispettata dal Comune di Bologna. “In questo quadro già estremamente confuso – aggiunge Silvia Piccinini – davvero non si comprende come mai il Comune, nel 2012, in spregio alla legge regionale, abbia deciso di affidarsi ad un consorzio di imprese di onoranze funebri per l’individuazione di un socio privato per la società comunale di gestione dei servizi cimiteriali, alimentando un conflitto di interesse che la ratio della legge regionale 19/2004 voleva evitare.
A questo si aggiunge un paradosso nel paradosso, perché la società di gestione dei servizi cimiteriali capitanata fino a qualche giorno fa da Benetti, controlla al 100% la Bologna Servizi Funerari, che svolge per conto del comune di Bologna l’attività di onoranze funebri. Peccato che il socio operativo della BSF , che dovrebbe operare, come detto, in regime di libero mercato, stando ad un documento approvato nel Novembre 2017, sia sempre quello stesso consorzio di imprese che opera nel settore delle onoranze funebri, e che detiene il 49% della società di servizi cimiteriali del Comune. Com’è possibile che in regione nessuno si sia mai accorto di nulla? Perché nessuno ha chiesto al Comune di Bologna di rispettare la normativa regionale? Ecco perché cambiare l’amministratore delegato, senza mettere mano a questi conflitti, è solo un’operazione di facciata. Per questo chiediamo alla Giunta di verificare la leicità della scelta effettuata dal Comune di Bologna e il rispetto alla legge regionale chiedendo conto al sindaco Merola” conclude Silvia Piccinini.