“Bonaccini continua a bluffare nella lotta contro il gioco d’azzardo. Nonostante, infatti, siano passati più di quattro mesi dall’entrata in vigore della legge regionale di stabilità in cui si annunciavano contributi e finanziamenti per quelle aziende che avessero aderito al programma ‘Slot freE-R’, ad oggi la Giunta non ha né varato la direttiva necessaria per la concessione di questi bonus”. È questa la denuncia di Andrea Bertani, consigliere regionale del M5S, riguardo al ritardo siderale con cui la Regione sta procedendo per l’attuazione delle legge 22 del 29 dicembre del 2015 in cui si prevedeva la concessione di contributi, finanziamenti, agevolazioni e facilitazioni a quegli esercenti di esercizi commerciali, ai gestori dei circoli privati e di altri luoghi di intrattenimento che avessero aderito al marchio “Slot freE-R”, ovvero detto no alle slot machine o videolottery all’interno dei propri locali.
“Il presidente Bonaccini ha bucato l’ennesima promessa – attacca Andrea Bertani – Entro 120 giorni dalla pubblicazione della legge 22 del 2015 la Giunta avrebbe dovuto stabilire i criteri di questo tipo di agevolazioni, metterli nero su bianco in una direttiva e non ultimo avviare un confronto con il Consiglio della Autonomie Locali e con la Commissione assembleare competente. Scaduti i quattro mesi di tempo nulla di tutto questo è accaduto. Si tratta dell’ennesimo bluff che questa Giunta fa sulla lotta al gioco d’azzardo visto che a parole si dice determinata ma poi nei fatti si dimostra assolutamente indifferente”. Per questo il consigliere regionale del M5S ha presentato una interrogazione per chiedere alla Giunta che fine hanno fatto questi provvedimenti, quali saranno e perché si è lasciato decorrere inutilmente i termini previsti.
“Si tratta di una grave mancanza – conclude Andrea Bertani – e dimostrata anche dal fatto che l’impegno economico che la Regione fino a questo momento ha messo a disposizione per la diffusione del marchio Slot freE-R è assolutamente irrisorio se comparato al giro d’affari e all’impatto sociale che il gioco d’azzardo ha nella nostra regione. Noi da abbiamo già presentato un progetto di legge ad hoc e che prevede proprio un’inversione di tendenza nell’attuazione di questi strumenti. Se per la Giunta questa battaglia di civiltà non è una priorità che adotti il nostro testo e si passi finalmente dalle parole ai fatti”.
PS. Dopo il deposito della nostra interrogazione il sottosegretario Rossi ha annunciato che saranno 150mila euro i fondi su cui potranno contare i Comuni per indurre i commercianti a dire addio allo slot machine. Visto che stiamo parlando delle bellezza di oltre 300 comuni, tanti quanti sono quelli dell’Emilia-Romagna, se la matematica non ci tradisce stiamo parlando di un appena 500 euro a testa. Una cifra che un modesto bar di periferia incassa in una sola giornata, forse addirittura in qualche ora, grazie proprio alle slot machine o videolottery. La verità, nonostante il goffo tentativo del sottosegretario Rossi di nascondere la verità, è che la Regione scarica tutta la responsabilità delle gestione degli incentivi alla dismissione delle slot sui Comuni, lasciandoli ancora una volta soli come è stato fatto nella diatriba giuridica sugli orari di apertura delle sale giochi e scommesse. E come confermato dal grido d’aiuto lanciato dal sindaco di Cesena che di certo non è un Comune amministrato del M5S.