“All’interno del nuovo Piano regionale, approvato alle fine dello scorso anno, non è prevista nessuna forma di finanziamento per la rimozione di amianto dalle coperture di strutture sia pubbliche che private. Un vuoto ingiustificabile a cui la Regione deve rimediare al più presto mettendo in campo già dei nuovi bandi”. È questa la richiesta di Giulia Gibertoni contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta riguardo alla mancanza di finanziamenti che riguardano le procedure di rimozione dell’amianto contenuto su tetti e coperture.
“La mappatura regionale degli edifici pubblici o privati aperti al pubblico e aggiornata 2016 ha verificato la presenza di amianto in dieci ospedali (ben 4 solo nella provincia di Modena) in quattro asili nido, e 34 strutture scolastiche – spiega Giulia Gibertoni – In più sono in continua crescita le segnalazioni che arrivano alle amministrazioni comunali e alle Ausl, di coperture, di fabbricati privati, costituite da lastre contenenti fibre di amianto molte delle quali si trovano a ridosso di luoghi sensibili come scuole, palestre, negozi. Questo scenario però deve fare i conti con il fatto che molti interventi di bonifica, soprattutto di piccole superfici e spesso di abitazioni private, non vengono effettuati a causa dei costi elevati e soprattutto per la mancanza di contributi di sostegno. Una mancanza confermata dal fatto che all’interno del nuovo Piano regionale sull’amianto non siano previsti dei bandi per la concessione di questo tipo di contributo, contrariamente a quanto fatto negli anni passati”. Ecco perché nella sua interrogazione Giulia Gibertoni chiede alla Giunta di rimediare a questa situazione, attivando al più presto dei nuovi bandi.
“Non è tollerabile permettere che coperture costituite da lastre contenenti fibre di amianto, puntualmente segnalate a Comuni e AUSL e per le quali è già in atto il procedimento previsto dalle linee guida regionali, rimangano sospesi per mancanza di soldi, creando danni scientificamente certi ed incommensurabili alla pubblica incolumità, soprattutto quando queste strutture sono vicine a luoghi sensibili come scuole, ospedali, parchi, palestre, negozi e luoghi di aggregazione in generale – conclude Giulia Gibertoni – La Giunta deve rimediare al più presto”