“Anche ieri i cittadini hanno detto no a fusioni evidentemente sbagliate, non volute e non adeguatamente motivate. Si tratta dell’ennesima sconfitta delle maggioranze a guida PD nella nostra regione, adesso anche nella provincia di Ferrara che invece finora aveva portato a termine i processi di fusione. Da quando è in carica l’attuale Giunta, da quando cioè la Regione ha innanzitutto il volto di Bonaccini, le fusioni si sono arenate, incontrando sempre più la diffidenza dei cittadini. È un vero peccato perché in questo modo viene avvilita un’importante strategia istituzionale ed un’opportunità per la riorganizzazione dal basso del territorio”.
È questo il commento di Andrea Bertani e Raffaella Sensoli, consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, riguardo ai referendum che si sono tenuti ieri, domenica 2 dicembre, sulle fusioni di Goro-Mesola e Fiscaglia-Ostellato. “Le fusioni, come ormai tutti dovrebbero capire, possono andare a buon fine solo se vengono dal basso o se sono sentite e partecipate dai cittadini – aggiungono Bertani e Sensoli – Esattamente il contrario di quello che fanno quotidianamente Bonaccini, la sua Giunta ed il PD del segretario regionale Calvano, duramente sconfitto ieri proprio nella città di cui è stato sindaco. Hanno promosso fusioni spesso contro la volontà popolare, sostenuto leggi che consentono a pochissimi consiglieri di ribaltare il voto popolare, si sono rimangiati la propria parola facendo esattamente l’opposto di quanto sostiene una risoluzione approvata dall’Assemblea legislativa che prevede di non prendere nemmeno in esame fusioni bocciate al referendum. Per fortuna però i cittadini si sono stancati di subire passivamente la loro arroganza e con il proprio voto stanno voltando loro le spalle”.
“Nel caso di Goro e Mesola poi non si può non sottolineare che la Regione, oggi in prima fila a sostenere la fusione dall’alto, è la stessa che nel caso della gestione della coltivazione di vongole organizza incontri in Comune alla vigilia del referendum solo con alcuni soggetti cooperativi, confermando i dubbi sull’imparzialità e terzietà della gestione del novellame e con esso dell’area di demanio idrico e di tutela biologica della Sacca di Goro – concludono Bertani e Sensoli – Una scelta in favore di qualcuno e non di tutti. Ed è proprio a Goro che il Sì voluto dal PD di Bonaccini e dai consiglieri Calvano e Zappaterra, ha ottenuto il peggior risultato in assoluto, letteralmente travolto dal voto popolare”.