“I sindaci di Lama Mocogno e Montecreto in commissione Bilancio hanno assicurato che la fusione tra i due Comuni si farà solo con un doppio sì al referendum, sì di entrambi i Comuni. La Regione si impegnerà allo stesso modo a non proseguire nel caso in cui in uno dei due Comuni dovesse vincere il NO? Per la legge vigente, la Regione potrebbe andare avanti con questo progetto anche davanti a un no. Ci auguriamo che non lo faccia e chiediamo che, oltre a manifestare promesse a parole di non disattendere la volontà popolare, modifichi al più presto la legge sulle fusioni in modo che questi rischi non esistano più”. Giulia Gibertoni torna così sul discusso progetto di fusione tra Montecreto e Lama Mocogno dopo l’audizione di lunedì pomeriggio in Commissione Bilancio dell’Assemblea Legislativa.
“I sindaci di Lama Mocogno e Montecreto hanno assicurato che il procedimento di fusione completerà il suo iter se e solo se in entrambi i Comuni ci sarà un’approvazione del progetto, e ciò a prescindere dal risultato numerico complessivo del referendum. Analoga assicurazione è venuta dalle forze di maggioranza in Regione, che si sono impegnate a lasciar decadere il progetto nel caso non fosse approvato in entrambi i comuni – spiega Giulia Gibertoni – Saranno i cittadini quindi a decidere, votando in occasione del referendum previsto per ottobre. Però andrebbe programmata comunque una modifica veloce alla legge sulle fusioni che vincoli in modo inequivocabile la Regione all’espressione della volontà popolare, cosa che al momento non è garantita sulla carta. Ecco perché – conclude Giulia Gibertoni – la Regione dovrebbe modificare una volta per tutte il testo normativo per evitare il ripetersi di questa assurda situazione oltre a garantire una fase informativa reale in vista del voto al referendum di ottobre, con un vero processo partecipativo delle comunità oggetto delle fusioni. Il referendum di ottobre deve essere e sarà quindi un momento determinante e dovrà chiamare al voto tutti i cittadini che a Montecreto e a Lama vogliono dire la propria sul futuro del loro Comune di appartenenza”.