“Il voto di ieri conferma tutte le nostre preoccupazioni riguardo a un sistema, quello delle fusioni volute in Regione dall’asse PD-SEL-Destra, che non ci ha mai realmente convinti. Adesso quello che ci aspettiamo è che la volontà dei cittadini venga rispettata, senza colpi di mano nè nei consigli comunali che all’interno dell’Assemblea Legislativa”. È questo il commento di Andrea Bertani, consigliere regionale del M5S, in merito all’esito delle consultazioni referendarie che si sono tenute ieri in 16 Comuni dell’Emilia-Romagna e che ha coinvolto una popolazione di oltre 61.500 cittadini residenti in cinque diverse province dalla regione. “Se si esclude la fusione tra Mirabello-Sant’Agostino a Ferrara, dove la prevalenza dei Sì è stata netta, tutti gli altri progetti di fusione hanno visto prevalere i No – spiega Andrea Bertani – sia come voto complessivo sia come numero dei Comuni contrari. E anche nel caso del referendum di Mondaino-Montegridolfo-Saludecio, quest’ultimo Comune ha votato contro la fusione. Si tratta a nostro avviso di uno schiaffo a quel sistema, creato e voluto dal PD e da SEL, che ha avuto la sua realizzazione nella nuova legge sulle fusioni votata e approvata in Regione qualche mese fa che di fatto ha svuotato di importanza il voto dei cittadini. Anche se le nuove regole in teoria non dovrebbero essere applicate nei Comuni che ieri sono andati alle urne, ora il rischio che qualcuno decida di forzare la mano è altissimo. Assieme alla nuova legge, infatti, fu approvato anche un ordine del giorno firmato da SEL e da Fratelli d’Italia che potrebbe ribaltare l’esito del voto attraverso il parere dei Consigli comunali. I referendum sulle fusioni falliscono quando non c’è informazione e coinvolgimento dei cittadini fin dall’inizio del percorso, ben prima del referendum, ma in fase preparatoria. Se si calano dall’alto decisioni prese nelle segrete stanze e si utilizza il solito ricatto dei soldi per influenzare il voto, i cittadini rispondono di No. Inoltre se la maggioranza avesse accettato le nostre proposte, che prevedevano tra l’altro il proseguimento dell’iter di fusione fra i soli Comuni del Sì, adesso non ci troveremmo davanti a questo pericolo. Una confusione che rischia di annullare anche processi di fusione giusti o addirittura indispensabili”.
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