“Lo studio di fattibilità sul progetto di fusione, finanziato dalla Regione, che il Comune di Castenaso ha commissionato alla SPISA dell’Università di Bologna, avrebbe dovuto essere portato a termine da un ente terzo e realmente super partes”. È la considerazione contenuta in una interrogazione presentata da Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo al progetto di fusione tra i comuni di Castenaso e Granarolo, in particolare sullo studio di fattibilità affidato alla Scuola di specializzazione in studi sull’Amministrazione Pubblica – SPISA, dell’Università di Bologna, e che la Regione ha finanziato con una spesa di 8400 euro. “A nostro avviso affidare uno studio di quel tipo doveva essere affidato a un ente realmente indipendente e non legato con le politiche portate avanti dalla Regione – spiega Silvia Piccinini – Senza voler minimamente mettere in dubbio la storia, i meriti e il prestigio accademico della SPISA, non si può non osservare come la scuola di specializzazione bolognese sia strettamente legata al governo della Regione, al quale ha contribuito negli anni fornendo assessori, componenti della Commissione legislativa regionale, studi, apporti e consulenze”.
Nella sua interrogazione la capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle rileva come la titolarità degli atti di assegnazione e della complessiva procedura sulla progetto di fusione è di una struttura regionale la cui responsabilità dirigenziale coincide con quella della Direzione che per molti anni ha operato direttamente con l’Assessore regionale agli Affari istituzionali, già Direttore della SPISA, alla cui prestigiosa scuola si sono formate le tre persone direttamente impegnate oggi nella realizzazione dello studio di fattibilità per la fusione tra i Comuni di Castenaso e di Granarolo. Inoltre allo stesso studio ha lavorato anche il responsabile tecnico del Coordinamento Nazionale per la Fusione dei Comuni, associazione che promuove le fusioni tra comuni e che quindi è apertamente schierata a sostegno di questo tipo di progetto, creando così confusione tra ruoli politici e imparzialità tecnica. “Noi non siamo contrari a prescindere alle fusioni tra Comuni ma la nostra posizione è parecchio distante da quella tenuta dalla Regione che è d’accordo sempre e a priori – conclude Silvia Piccinini – Per questo crediamo che uno studio pagato con soldi pubblici su questo tipo di progetti debba essere realmente indipendente e non legato a doppio filo con la politica e le posizioni portate avanti dalla Regione su questo tema”.