“Visto che le imprese, soprattutto giovanili, sono in netta diminuzione a Ferrara come nel resto della regione vorremmo capire come la Giunta sta spendendo gli oltre 2,5 miliardi di euro cofinanziati dai fondi europei che in gran parte dovrebbero essere diretti proprio all’avvio, al consolidamento e allo sviluppo di realtà imprenditoriali”.
È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta e che riguarda l’utilizzo da parte della Regione dei fondi SIE per il periodo di programmazione 2014-2020.
“Visto che in Emilia-Romagna c’è un calo più marcato rispetto ad altre regioni delle imprese giovanili che sono scese sotto la quota delle 30mila facendo segnare il dato più negativo del 2013, ci chiediamo in che modo i fondi europei siano stati utilizzati – spiega Raffaella Sensoli – Se ci basiamo su questi dati emerge una forte discrepanza fra la grande quantità di risorse programmate e poi utilizzate e la modestia dei risultati ottenuti”.
“Questo dato regionale assume un significato ancor più preoccupante se confrontato con la realtà di Ferrara dove da anni ormai assistiamo a un impoverimento del sistema produttivo, in particolare legato alle piccole e medie imprese – aggiunge Claudio Fochi, consigliere comunale M5S a Ferrara – In più anche il dato positivo registrato da Unioncamere per quel che riguarda la ripresa dell’export per noi è meno impattante visto che riguarda perlopiù imprese meccaniche poco presenti sul nostro territorio”.
Per questo nella sua interrogazione la capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle chiede alla Giunta quale sia il quadro attuale delle risorse programmate ed erogate a valere sui Fondi SIE (e di altri fondi regionali) in relazione allo sviluppo imprenditoriale nel territorio ferrarese, quali sono le tipologie di impresa più interessate e soprattutto quali sono stati i risultati raggiunti in termini occupazionali, anche in riferimento alla nascita e alla permanenza in attività di nuove imprese.
“Bisogna al più presto programmare un intervento più incisivo sfruttando a pieno le risorse residue dei fondi europei – conclude Raffaella Sensoli – individuando settori precisi e monitorando i risultati che non possono vedere grandi discrepanze tra un territorio e l’altro della stessa regione”.