“Il pagamento in otto comode rate, e a interessi zero, concesso da BolognaFiere per il pagamento delle Festa dell’Unità della scorsa estate è l’ennesimo favore fatto al PD. Adesso capiamo anche il perché queste cifre sono state tenute nascoste gelosamente visto che sfidiamo chiunque, nonostante quello che oggi sostengono i vertici di via Michelino, a poter ottenere un trattamento del genere soprattutto con le referenze che oggi può vantare il PD, prima fra tutte la fattura non pagata all’AUSL di Imola per la Festa dell’Unità del 2017”.
È questo il commento di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo al caso del pagamento a rate concesso da BolognaFiere per l’affitto dei padiglioni, andati desolatamente vuoti, per la festa dei dem in città la scorsa estate. “Noi avevamo richiesto a più riprese di conoscere i dettagli di quest’accordo ma, sia la Regione che BolognaFiere, si sono sempre trincerati dietro ad un imbarazzante silenzio. Adesso è chiaro il perché – aggiunge Silvia Piccinini – A questo punto vorremmo anche capire a chi altro, tra i vertici di via Michelino, ha permesso di saldare i propri pagamenti a quasi un anno dalla fine degli eventi svolti negli spazi di BolognaFiere. A noi sembra sinceramente assurdo che si saldi a maggio quello che è stato fatto a settembre dell’anno prima, e per di più senza nessuna penale da pagare per fatture andate a vuoto, oppure l’applicazione di interessi anche minimi per il ritardo dei pagamenti. D’altronde il PD non è nuovo a questo tipo di comportamenti. Da un nostro ultimo accesso agli atti abbiamo scoperto che anche nei pagamenti per i servizi sanitari delle varie Feste del PD a Bologna che si sono succeduti negli anni le dilazioni sono sono certo una novità, con fatture che addirittura vengono emesse anche tre o quattro mesi dopo lo svolgimento dell’evento e pagamenti effettuati anche con 6 mesi di ritardo. Evidentemente – conclude Silvia Piccinini – la tutela degli interessi del PD a Bologna va al di là di qualsiasi salvaguardia delle casse sia pubbliche che private, e il caso di BolognaFiere ne è la dimostrazione più evidente”.