“Le nuove regole volute dall’Asl di Bologna sulla raccolta del sangue stanno creando più danni che benefici, così come testimonia l’appello di ieri della Fidas-Advs. Se vi va avanti così le donazioni crolleranno ancora di più mettendo a rischio la salute di migliaia di persone”. Silvia Piccinini e Raffaella Sensoli, consiglieri regionali del M5S, hanno depositato una interrogazione per chiedere alla Giunta di intervenire al più presto sul nuovo sistema di raccolta sangue che sta facendo registrare a Bologna continui disservizi e criticità.
“L’Azienda USL di Bologna ha riorganizzato il servizio di raccolta sangue sul territorio, dislocando e riducendo le sedi di raccolta del sangue, definendo un nuovo layout del servizio e nuove modalità di accoglimento dei potenziali donatori che sono “costretti’’ a prenotare la donazione presso delle sedi fisse, anche lontani dalla loro residenze – spiegano Sensoli e Piccinini – L’eccessiva burocratizzazione della procedura e la riduzione e dislocazione dei centri di raccolta sangue, che non prevede la possibilità per gli aspiranti donatori sparsi sul territorio di poter effettuare le visite necessarie alla donazione presso l’ospedale più vicino, ha determinato, la riduzione significativa del numero di donatori e conseguentemente delle sacche di sangue raccolte”.
Bologna, infatti, sta assistendo a un continuo calo delle donazioni. Basti pensare che tra il 2011 e il 2014 si è registrata una diminuzione del 17% con un trend in forte peggioramento dopo l’introduzione delle nuove regole. “I tanti e i continui disservizi cominciano a pesare tantissimo nella raccolta del sangue – aggiunge Silvia Piccinini – Prima tra tutti la mancanza di organico al centro mobile di raccolta che, in teoria dovrebbe essere composta da un medico, tre infermieri e un autista, ma che si trova spesso in emergenza e quindi non riesce a rispettare gli standard previsti dalla stessa procedura stilata dall’Asl”.
Nell’interrogazione la consigliera Piccinini cita diversi episodi critici in cui il Centro Mobile non è riuscito a raggiungere i donatori, come successo a Budrio il 30 dicembre 2014 con 35 persone in attesa di donare, o a Bazzano, con 29 donatori. Inoltre, alcuni centri prelievi in strutture fisse che dovevano essere aperti a gennaio 2015 sono, attualmente, chiusi: Loiano, San Giovanni in Persiceto, San Pietro in Casale, Molinella e Castiglione dei Pepoli.
“Quello che vogliamo capire è se la Giunta crede ancora che questa riorganizzazione piena di buchi e criticità possa ancora garantire l’autosufficienza regionale di sangue – conclude Raffaella Sensoli – e quali sono le soluzioni che l’Asl intenda adottare per far fronte a questa emergenza che diventa anno dopo anno sempre più preoccupante”.