“La Regione ha perso talmente tanto tempo a creare un’inutile polemica sui presunti ritardi dell’intervento del Governo per i territori colpiti dalla chiusura dell’E45 che alla fine ha presentato una richiesta di sostegno incompleta che esclude incredibilmente i lavoratori autonomi. Lavoratori per i quali, invece, il Governo era già pronto a stanziare delle risorse. Adesso vogliamo vedere con quale faccia Bonaccini e l’assessore Gazzolo parleranno ancora di capacità e competenza nel descrivere il loro lavoro”.
È questo il commento di Andrea Bertani, Marco Croatti e Carlo De Girolamo, rispettivamente capogruppo M5S in Regione e portavoce al Senato e alla Camera, riguardo all’esito dell’incontro che si è tenuto questo pomeriggio al ministero del Lavoro per la situazione dell’E45 e che ha visto la partecipazione dei sindaci della Valle del Savio, dei sindacati e dai rappresentati delle tre regioni interessate dalla chiusura della strada: Emilia-Romagna, Toscana e Umbria.
“Il ministero si è mostrato ampiamente disponibile ad attivare fin da subito gli ammortizzatori sociali inserendoli all’interno del ‘decretone’ in aula già alla fine di questa settimana, dando così una reale e concreta risposta a una richiesta che, come è stato ricordato durante l’incontro, è arrivata sul tavolo del ministro Di Maio meno di 15 giorni fa e che faceva espressamente richiesta dell’istituzione di un tavolo per gli ammortizzatori sociali – aggiungono i tre esponenti del MoVimento 5 Stelle – Peccato però che il ministero però, quasi certamente, sarà obbligato a fare addirittura meno di quanto non sia nella propria disponibilità visto che la richiesta di sostegno economico inoltrata dalla Regione ha preso in considerazione solo i lavoratori subordinati e non quelli autonomi. Se per i primi, infatti, si profila dunque il ricorso alla cassa integrazione all’interno delle imprese che ne faranno richiesta, per quelli autonomi e le partite IVA non sarà possibile usufruire del contributo una tantum di 5000 euro così come fatto, per esempio, per la zona di Genova dopo il crollo del ponte Morandi. I tecnici del ministero hanno però dato la propria disponibilità a rimediare al più presto a questa mancanza dando alle Regioni, e in particolare all’Emilia-Romagna, la possibilità di integrare la richiesta presentata nei giorni scorsi. Ma si tratta di una corsa contro il tempo che, a questo punto, speriamo si possa concludere positivamente. Se ciò non dovesse avvenire però sarebbe davvero un’autentica beffa per quei lavoratori della Valle del Savio che di fatto sono stati dimenticati da Bonaccini e dalla sua approssimazione. Una realtà che dimostra come il presidente di una regione importante come l’Emilia-Romagna abbia ormai rinunciato a lavorare per l’interesse dei cittadini per costruire a tavolino polemiche inutili e politicamente strumentali contro il Governo” concludono Bertani, Croatti e De Girolamo.