“Fare luce anche sull’incarico che Allegretti ha portato avanti per 7 mesi in Giunta pur non avendo il necessario titolo di studio per l’inquadramento ottenuto”. Silvia Piccinini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, nei prossimi giorni invierà alla Corte dei Conti una segnalazione riguardo all’incarico che Alberto Allegretti, ex capo di Gabinetto dell’Assemblea Legislativa, ha portato avanti da gennaio ad agosto 2015 all’interno della Giunta.
“Per quell’incarico Allegretti, all’interno della segreteria del presidente Bonaccini, è stato inquadrato con una categoria D con un ruolo di coordinamento, la cosiddetta ‘posizione organizzativa’ – spiega Silvia Piccinini – Posizione e qualifica che non avrebbe dovuto ottenere visto che Allegretti non ha mai posseduto una laurea. Per questo crediamo che, dopo la recente sentenza della Corte dei Conti, ci sia anche quest’aspetto da tenere in considerazione”.
Nei giorni scorsi la Corte dei Conti, infatti, ha chiesto alla Regione di restituire 454mila euro, l’equivalente degli stipendi non dovuti pagati ad Allegretti, decisione contro cui Viale Aldo Moro ha deciso di ricorrere appellandosi alla Corte Costituzionale per un conflitto di competenza. “A nostro avviso il requisito della laurea era necessario sia per il primo che per il secondo incarico di Allegretti – aggiunge Silvia Piccinini – al punto che, con una delle sue prime delibere la Giunta Bonaccini, appena insediata, nel gennaio 2015 stabilì che nelle segreterie di Presidente ed Assessori si poteva entrare come dirigente anche senza essere in possesso del titolo di studio previsto dalla legge. A maggio 2016 poi la Giunta, per nascondersi dietro a una legge, è corsa ai ripari approvando in tutta fretta, tra le nostre proteste, un emendamento che consentiva ai dipendenti non laureati all’interno delle strutture speciali addirittura di essere pagati come dirigenti. L’incarico di Allegretti è fra quelli beneficati anche se non l’unico, come denunciammo pubblicamente. Per questo – conclude Silvia Piccinini -segnaleremo al più presto questo caso alla Corte dei Conti in modo che si possa esprimere anche su questa vicenda che la dice lunga su come il PD in questi anni abbia amministrato la Regione come un’azienda privata, piazzando persone a proprio piacimento in barba ai più semplici vincoli che regolano l’attività di una pubblica amministrazione”.