Oggi è stata scritta una brutta pagina della storia politica del nostro Paese: il Senato ha restituito l’immagine di una destra che esulta dopo aver affossato una legge di civiltà come il Ddl Zan mentre si astiene su Forza Nuova, di una classe politica che si sottrae al confronto democratico quando è ora di rappresentare i bisogni delle persone e i loro diritti.
Anteponendo l’egoismo politico di pochi e posizioni ideologiche fuori dal tempo, hanno sacrificato la salvaguardia dei diritti di migliaia di persone che da tempo attendono garanzie e tutele contro discriminazioni, parole d’odio e violenze.
Coloro che esultano anche in Regione sono gli stessi che hanno cercato con ogni mezzo di ostacolare, in modo a tratti miope e becero, l’approvazione della legge regionale contro l’omotransfobia, frutto di una lunga battaglia condotta dalle forze progressiste durante la scorsa legislatura.
Sono gli stessi che, con parole da Medioevo, oggi come allora vorrebbero negare i diritti altrui utilizzando l’inconsistente spauracchio della libertà di espressione. Un film già visto, purtroppo, che però non ci farà arretrare di un passo: questa battaglia di civiltà non deve fermarsi.
Siamo convinti che la nostra Regione debba ribadire con forza la propria posizione in favore del riconoscimento dei diritti di tutti, proteggendo chi è costantemente discriminato, vessato, o peggio, vittima di violenze per il proprio orientamento sessuale e identità di genere.
È necessario andare avanti nell’applicazione della legge regionale contro l’omotransfobia in tutte le sue parti, dimostrandoci all’altezza di quello che il Paese ci chiede: garanzie e tutele contro odio, discriminazioni e violenze.
Silvia Piccinini (M5S), presidente Commissione Regionale Statuto e Regolamento
Federico Amico (E-R Coraggiosa), presidente Commissione Regionale Parità
Roberta Mori (PD), capogruppo in Commissione Regionale Parità