Grazie, presidente. Riprendendo un po’ i discorsi che ha fatto il consigliere Foti, mi sembra a volte di essere davanti a una Giunta e un’Assemblea futurista, dove la cosa più importante è la velocità e non fare effettivamente le cose e farle con senso. Questo progetto di legge infatti ha una genesi tutta particolare: presentato il 7 maggio, immediatamente il giorno dopo calendarizzato in Commissione Quarta e immediatamente nominato il relatore (per fortuna seguiamo attentamente i lavori e abbiamo presentato prontamente un nostro progetto di legge, anche se non siamo stati noi i relatori di minoranza), con una velocissima Commissione congiunta, acquisito il parere della Commissione Uno e licenziato dalla commissione Quarta, con un’irrituale approvazione di ben ventitre emendamenti presentati sul momento (di solito, da quello che ho capito nella mia giovane esperienza, gli emendamenti si presentano per tempo in modo che le opposizioni abbiano modo di capirli, analizzarli e proporre quello che pensano), ovviamente tutti immediatamente approvati, con la promessa tra l’altro che anche oggi ci saremmo trovati degli altri sette – otto emendamenti (sempre di maggioranza), nel frattempo si è tentato, con esiti a dir poco insoddisfacenti, vista la vorticosa velocità acquisita dal provvedimento, di coinvolgere i famosi consultori e i rappresentanti delle associazioni degli emiliano-romagnoli all’estero, consultazioni effettuate una il giorno 14, tra l’altro con difficoltà, visto che parliamo di teleconferenza, e l’altra programmata per il giorno 21 ma – non si sa perché – mai effettuata. Tutto questo iter ci sembra strano. Da dove nasce tutta questa fretta? Poi ci fate venire in mente le ipotesi più disparate, che magari non sono vere, come una lotta interna, un regolamento di conti, come diceva il consigliere Foti, togliere le castagne dal fuoco a qualcuno, però non sembra che sia la reale volontà quella del risparmio e della riforma. A proposito di consultazione, chi ha consultato le ACLI e chi ha saputo cosa hanno detto le ACLI? Io che sono in Commissione purtroppo non ne ho saputo niente, e mi dispiace, ma evidentemente qualcuno ha degli altri canali. La consultazione è importante e abbiamo il nostro statuto che dice, nei diritti di partecipazione, che la Regione riconosce e favorisce e assicura alle organizzazioni il diritto di far conoscere e scambiare pubblicamente le loro opinioni e valutazioni sulle materie di competenza regionale mediante appropriati meccanismi di consultazione. Questi meccanismi di consultazione questa volta li ho visti applicati in maniera particolare e sicuramente non hanno funzionato. Chiediamo di ritornare in Commissione, visto che comunque qualche parere dei consultori li abbiamo avuti e comunque, anche se non siamo completamente d’accordo con quello che dicono i consultori, ci sembra rispettoso per chi è coinvolto direttamente da questi aspetti. Abbiamo fatto un emendamento in cui noi proponiamo la nostra visione su questo progetto di legge, e la nostra visione naturalmente è quella di tagliare la consulta, di riconoscere che c’è un legame e che ci sono delle necessità, ma che queste necessità si possono espletare benissimo con gli uffici regionali e con gli Assessorati preposti, ma chiediamo, per rispetto a queste persone, di ritornare in Commissione, perché a queste persone e a queste associazioni si è mancato di rispetto. Anche oggi tra l’altro, come in Commissione, ci riproponete in maniera un po’ melensa la storia, a volte drammatica, della nostra emigrazione, dell’importanza delle rimesse degli emigranti; noi siamo d’accordo sul fatto che sono tutte cose importanti e fondamentali, però riteniamo che per rispondere a queste esigenze bastino le strutture di singoli Assessorati, in particolare quelli della cultura e quelli delle attività produttive, così tra l’altro come dicono le associazioni all’estero. Ricordiamo poi che per sostenere gli italiani all’estero ci sono già gli istituti di cultura italiana e le associazioni delle Camere di Commercio italiane all’estero. Il vostro progetto propone una riforma che aspettavamo da anni ma che in realtà sposta solo costi e risorse in capo all’Assemblea, mentre ci sono già – ripeto – le strutture competenti. Tra l’altro non elimina, come hanno già detto i miei colleghi, il rischio di quello che è già successo negli anni scorsi, e già nel 2011 come Movimento 5 Stelle denunciavamo i milioni di euro o centinaia di migliaia di euro spesi in cene, voli o promozioni di libri. Il rischio ancora è quello di utilizzare la consulta solo per creare consenso, un consenso che poi serve in determinati momenti (parliamo di voto degli italiani all’estero). Proponiamo quindi di tagliare la consulta e i suoi costi, ovviamente salvaguardando i dipendenti, che sono riassorbibili nelle strutture, e proponiamo inoltre, e questo lo ribadiamo sempre, di destinare i risparmi al fondo di microcredito per le piccole e medie imprese e per la sicurezza del lavoro e della legalità, fondo previsto da un ordine del giorno di questa Assemblea, ma ancora non attuato, e ci chiediamo tra l’altro perché e ancora non ne abbiamo avuto risposta. Grazie.